Mi tradì quell’alma ingrata!
Mi tradì quell’alma ingrata!
Mi ritorna alla mente in modo ossessivo l’aria di Elvira.
Mi tradì quell’alma ingrata:
infelice, oh Dio! mi fa.
Ma tradita e abbandonata
provo ancor per lui pietà …
Rabbia e rancore sono i sentimenti dominanti come conseguenza distorta di un infinito e immenso amore.
Donna Elvira, preda innocente e inconsapevole del dissoluto punito ossia Don Giovanni, catturata nella rete dell’inganno alterna rabbia a dolore.
Consapevole del “contrasto di affetti che in sen le nasce” recupera un po’ di quella dignità e di quell’amor proprio che erano stati messi a dura prova dagli incontri con Don Giovanni.
La musica di Mozart è fluttuante e mutevole con la parte vocale caratterizzata da un largo uso della coloratura che indica il crescendo interiore di Donna Elvira.
Donna innamorata si umilia e chiede pietà ; soltanto in quel momento capisce che il gentiluomo l’ha raggirata ed è uscito di scena e dalla sua vita con un espediente travestendosi da un altro.
Mi tradì quell’alma ingrata!
Le donne quante volte hanno intonato questa frase con stili e modalità differenti.
Un amore che finisce svuota l’anima e il cuore e riempie la mente di interrogativi e di ricordi.
Mi tradì quell’alma ingrata!
Lasciando l’amaro delle parole non dette e di quelle pronunciate nell’intimità.
Mi tradì quell’alma ingrata!
Donna Elvira piange l’amore perduto e nel contempo prova ancora pietas per l’incapacità di don Giovanni di vivere l’amore e abbandonarsi ad esso.
L’uomo ha parlato dell’amore, ne ha descritto i più reconditi turbamenti lasciando credere alle sue prede di essere capace di amare e forse ha anche amato o meglio quando ha capito di essere coinvolto è fuggito perché impaurito dal sentimento che gli avrebbe fatto vacillare le certezze di una vita scandita da fughe e ritorni.
Ristabilirà gli equilibri il Commendatore; ma questo solo nell’opera lirica.
immagini e foto: da web