Vulcano
Caro amico,
vado incontro al vulcano, un tesoro sotto i miei piedi ribollente e infernale.
Alla conquista di un passaggio per il centro della terra, ma non sarà un vascello a condurmi alla metà questa volta, bensì quest’isola che è già come barca travolta dalla tempesta, ed io mi sento naufrago in terra.
Calpesto ghiaia grigia, acuta e tagliente mentre ricaccio in un angolo della mente l’immagine di una spiaggia d’oro e di palme chinate ai desideri dei venti.
È invece una distesa di nero manto, una strada in continuo rifacimento quella su cui mi avvio, sulla testa l’ombra di uno stormo d’uccelli, un punto interrogativo che mi sovrasta e mi accompagna dal cielo. Alzo lo sguardo, piombo screziato di nubi minaccia un mondo in bianco e nero plutone. Sua maestà il vulcano a tratti tace, centellinando la sua clemenza. Lo zaino pesa sulle spalle, desiderio di liberazione e di fare a cambio con un paracadute di seta.
Adesso la pietra scura ha ceduto spazio al rosso ferroso ed è come se mi trovassi su un gigantesco posacenere, Dio potrebbe schiacciarmi da un momento all’altro. Lui ha strani vizi, può concederseli tutti, lui non muore mai. Io, invece, prima che uno dei miei vizi mi uccida, cerco un’alternativa al diavolo.
Il calore che inizialmente mi aveva intorpidito adesso ha uno strano effetto su di me, il mondo muta colore e consistenza, mi sento come un lupo, solo. Hai presente il suo sguardo tagliente? Una fessura di rosso coraggio. Questo è un viaggio strano.
Rammento Jules Verne e la sua capacità di far sognare, ma io c’ero arrivato prima, tanti hanno carpito in buona fede il mio mondo.
Un viaggio verso il centro della terra è quello di cui ho bisogno per ridare un senso a quest’umano vorticare. Oltre ogni apparenza, oltre le cicatrici aperte di queste città sempre più vuote d’umanità e ricolme di rifiuti del sopravvivere.
Voglio ritornare uomo e rinunciare alla mia vita invivibile in cambio di una invisibile e nuova. So che più andrò verso il basso minore sarà la forza di gravità, qual è allora la differenza tra la terra e le stelle?
Il senso di tutto è giù, all’interno del nucleo pulsante, ecco perché il vulcano esplode vomitando il suo dolore, ecco perché darò retta alla mia lucida follia in un cupio dissolvi degno del migliore regista di noir.
Addio Piero auguro alla tua povera patria miglior fortuna di quella che a entrambi fu concessa.
Mongibello, in qualunque tempo
Tuo E.A.P.