Cosa poi
La fine di una giornata, il cielo pieno di stelle, fermarsi un attimo a respirare l’universo. Immobili, nel silenzio, quasi fosse un non luogo. Tutto una corsa continua, logorante, incessante. Per cosa poi. Tutto una fuga. Da cosa poi. Dal tempo, dalla morte, dalla vita, da se stessi. Dalla propria incapacità di mantenersi stabili sulla corda sottile, senza oscillare. Di vivere. Tutto un vuoto da riempire. Di cosa poi. Solo per esorcizzare la paura del vuoto, dell’abisso, l’ubriacatura per non sentire… cosa poi. Dolore? La fuga dal dolore e dal vuoto, la meta però… quale sarà