Macchine da scrivere e felicità
Ogni tanto penso alla mia vita come a un foglio bianco inserito in una macchina da scrivere. Sì, avete presente le vecchie macchine da scrivere, tipo le Olivetti? Quelle che facevano “cling!” ogni volta che si andava a capo e che emanavano uno strano profumo di vissuto?
A casa mia ce n’era una vecchissima a cui mancavano diversi tasti. Mi arrampicavo su uno sgabello pencolante e facevo finta di essere una scrittrice famosissima, consumando fogli di carta e pigiando tasti a caso.
Un giorno mia nonna mi chiese se volessi imparare a scrivere il mio nome con quella macchina. Ero eccitatissima. Avevo sei anni e saper scrivere il mio nome era uno degli obiettivi che mi ero posta da lunghissimo tempo. Almeno da una settimana. Lo sanno tutti che per i bambini il tempo è una faccenda molto relativa.
E così, con pazienza, ci mettemmo davanti a quella Olivetti e iniziammo a scrivere questo nome lunghissimo di ben sette lettere. Subito però si pose un problema: mancava la “L”. Uno dei tasti mancanti era un tassello fondamentale per la composizione del mio nome.
Mia nonna allora diede con decisione un paio di colpi al tasto della spaziatura lasciando un buchino tra la “I” e la “D” e continuò a farmi scrivere il resto del nome. Una, due, tre, quattro volte. Tutte le volte necessarie affinché lo imparassi ma sempre senza la “L”.
Cling! Cling! Cling!
Estraemmo il foglio. Ero molto soddisfatta. Il mio nome su carta. Certo, era un po’ storto perché non avevamo inserito bene il foglio e mancava quella letterina.
“Come ti chiami?”, mi chiese mia nonna.
“Mi chiamo Matilde”, risposi.
“E cosa c’è scritto su quel foglio?”.
“Ma-ti-de”, risposi leggendo in modo un po’ stentato e tenendo con fatica il segno con il dito sotto le lettere che avevo orgogliosamente battuto.
“Ed è giusto?”.
“No…”.
“Vedi, la macchina da scrivere è uno strumento con cui puoi raggiungere degli obiettivi. È come la tua mente: uno strumento che, se allenato, ti aiuterà ad andare avanti nella vita e a superare gli ostacoli che incontrerai durante il tuo cammino. Perché è inutile che ci giriamo attorno, nella vita ci saranno sempre difficoltà. Ci sarà sempre qualcuno invidioso di te e di quello che hai; ci sarà sempre un momento in cui ti sentirai stanca e non avrai voglia di combattere. Ci sarà persino un momento in cui vorrai che qualcun altro combatta al posto tuo. Ad esempio, ora, davanti a questo foglio con un nome sbagliato cosa pensi che sia giusto fare?”.
“Vorrei che tu inserissi la lettera mancante, nonna”.
“Perché lo dovrei fare io?”.
“Perché io non lo so fare”.
“E se lo facessi io, tu cosa avresti imparato?”.
“Niente”.
“E quando sarai da sola davanti a un problema e non saprai risolverlo, ti piacerebbe che qualcuno lo risolvesse al posto tuo?”.
“No, non credo che mi piacerebbe”.
“E allora prendi questa matita e metti da sola la “L” al posto giusto. Dopo festeggeremo mangiandoci insieme una pastarella al cioccolato. E ricordati due cose. Cerca sempre dentro di te gli strumenti che ti consentono di essere autonoma e valuta le persone in base a come reagiscono alla tua felicità”.
Sarà che sono una sentimentale, sarà che mia nonna era una tosta che non credeva che ai bambini ci si dovesse rivolgere usando metafore, ma quei due insegnamenti mi sono rimasti scolpiti nel cervello e oggi non so cosa darei per poter mettere accanto al PC una vecchia Olivetti a cui manca una “L”.