Non è una storia d’amore
È una storia d’amore che vorrei raccontarvi. Mi sono domandata dove fossero finiti sia Eva sia il suo cappello giallo, e se Fiamma avesse trovato pace quell’istante prima di finire sotto il lavabo del bagno con la testa spaccata.
Mi ritrovo invece fra le mani il libro di Aldo Cazzullo “Le donne erediteranno la terra”. Quasi rido, e per farne cosa? Grazie, aggiungo. Cedete la mano, siete furbi voi uomini, lo fate adesso che siamo ridotti all’osso, che non abbiamo neanche più la capacità di trovare frasi nuove e usiamo frasi fatte. Grazie, ma non siete voi che ci restituite la terra, siamo noi che ce la prendiamo e la cureremo come abbiamo sempre fatto.
Ecco l’amore, l’ho messo da parte, archiviato, come se non avessi tempo di parlarne, forse non ne ho neppure voglia perché l’amore non ha bisogno di essere raccontato, ha necessità di respirare, di dire, io sono qui.
Pag. 5, ancora nel 1975 picchiare la moglie non era reato… appena cent’anni fa ancora figlie di un dio minore, tanto minore che lo scrivo di proposito minuscolo, toh donna e dio hanno la stessa iniziale, dentale, dura, minuscola. Resistente.
Siamo in bilico su un pianeta che osserviamo da lontano, che non riconosciamo più, dove le donne sono meno numerose degli uomini, sia in Cina sia in India gli uomini sono la maggioranza, sarà per il trattamento che ci riservano? Ultimi dati Onu, mica frottole, in queste due regioni molto popolose sono diffusi gli aborti selettivi e l’infanticidio delle neonate. La Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l’India 43 milioni. Là si muore soltanto per una questione di genere.
Continuo a sfogliare il libro di Aldo Cazzullo e quasi lo perdono perché mi sta ricordando quello che noi donne sappiamo già, e lo ringrazio perché mi fa pensare che noi donne in realtà siamo gli alieni che qualcuno aspetta da tempo, una razza forte e tutto sommato, nonostante i tentativi spesso maldestri e arcaici, resistente e tenace. Ovvio che se ci sotterrano prima che possiamo emettere un vagito, o se ci lapidano neanche fossimo ai tempi di Abramo, abbiamo poche speranze (anzi nessuna) di sistemare le cose e migliorare la situazione su questo pianeta di meraviglie seppellite da spazzatura.
Siamo una razza aliena, diversa dagli uomini, necessaria, di cui aver paura.
Sposa una bambina, sarai così il suo padrone, la plasmerai, forse non diverrà adulta. Morirà bambina. I bambini non si sposano. Accade ancora, e dire: spero che non accada più non è sufficiente.
Quando penso alle donne non penso all’amore, penso alle pietre lanciate contro le vetrine dalle suffragette, penso alle umiliazioni e alla forza di toccare le ferite e ricomporre cocci e cuori. Penso alla pazienza che deve essere un elemento della catena del DNA soltanto che non ce lo ha ancora rivelato nessuno.
Quando penso alle donne rifletto su quanto siamo brave a non amarci tra noi, a lottare per una lenticchia, a non vedere quanto siamo belle e capaci.
Non siamo le migliori ma desideriamo ardentemente esserlo perché sappiamo di poterlo fare.
Il cappello giallo sta sul suo attaccapanni, felice quanto può essere felice un cappello, non ci sono più urla in quella casa,