Il naso di Mona
Una donna anonima, con una bellezza tutta sua.
Ma una bellezza propria in effetti non esiste, se non nella misura in cui tutte le bellezze in fondo sono proprie. E poi perché la bellezza è un fatto non soggettivo ma sociale: si è belli per qualcuno, non certo per se stessi: la bellezza non esiste senza lo sguardo altrui e in un mondo di ciechi si è tutti invariabilmente uguali.
Esistono però altre bellezze, si dirà, come quelle interiori. Sono quelle che oscurano i difetti, perché altre qualità esaltano la persona, che risplende di virtù diverse che non la mera bellezza fisica.
Nathalie ha un naso enorme. Un naso malfatto, brutto, del tutto estraneo al suo viso, che è nel complesso persino carino. Il suo naso è un difetto, nel sentire comune. Eppure quel difetto sarà parte di lei fino a diventare ella stessa e intorno a quel suo naso enorme, che la renderà famosa, e al suo finissimo senso dell’olfatto, si dispiega la complessa vicenda della sua vita.
Nathalie ha un naso enorme. Un naso malfatto, brutto, del tutto estraneo al suo viso
L’accompagnamento musicale di Jennà Romano e l’innovativa sceneggiatura che accosta a quelle teatrali le performance artistiche della pittrice Francesca Di Martino, rendono lo spettacolo particolarmente godibile, realizzando una sinestesia artistica di ampio pregio, che andrebbe additata ad esempio da imitare.
Mettetelo nella lista degli spettacoli da vedere, noi ve lo consigliamo.
Abbiamo visto
Vetiver – essenze di una profumiera
Testo e regia di Fabio Pisano
Con Melania Esposito
Si ringrazia Emma Di Lorenzo per l’Ufficio Stampa