È primavera. È Pasqua!
È primavera inoltrata. Fa ancora un po’ fresco, ma alla finestra si sta più volentieri. Si sentono gli uccelli, che si risvegliano con la voglia di cantare, il sole è più brillante, le giornate più lunghe. Si comincia a mettere dei fiori sui davanzali e averne cura è un’ottima scusa per osservare un po’ di più il mondo. E pazienza se qualche polline fa prudere il naso.
Manca poco alle festività pasquali. Anzi, sono già cominciate, la Quaresima è quasi solo un ricordo. Ci faccio caso perché vedo una signora anziana camminare con un grosso involucro in mano, una busta di carta da cui fuoriesce la carta argentata e colorata di almeno due grandi uova di Pasqua. Più che camminare la signora, avvolta in un logoro cappotto nonostante la bella giornata, arranca, con un’andatura claudicante dovuta al peso dell’artrosi sulle anche. Normale, a quell’età. Eppure nonostante tutto procede indomita, con una borsetta antica in una mano, la busta con le uova nell’altra, e un fazzoletto sul capo a coprire i capelli bianchi. Un insieme di dignità e orgoglio che non domanda nulla a nessuno.
Mi rendo conto che se le uova le ha appena comprate, come appare probabile, ha fatto un sacco di strada a piedi così carica: il supermercato più vicino è almeno a tre chilometri, e qui non c’è una fermata di autobus. E chissà poi dove è diretta, la signora, quanta strada deve ancora fare prima di consegnare il suo dono. Non c’è dubbio infatti che tutto quel cioccolato vada regalato a qualcuno. Forse a dei nipotini. Forse è per loro che si sta sobbarcando tutta questa fatica.
Non c’è dubbio infatti che tutto quel cioccolato vada regalato a qualcuno
Mi commuove l’idea di questa nonna che si sta sacrificando, in tutti i sensi, per rendere la Pasqua un po’ più felice a dei bambini.
Sacrifica un po’ del suo risparmio, o della sua pensione, che non dev’essere così ricca, a giudicare da un abbigliamento che di certo ha vissuto epoche migliori, per un acquisto che non è proprio economico: le uova sono grandi, hanno un certo costo.
Sacrifica un po’ della propria salute: camminare da sciancata dev’essere doloroso.
Sacrifica un po’ del proprio tempo: a una certa età il tempo che hai davanti a te è sempre poco, rispetto a quello che hai lasciato alle spalle.
Insomma, la donna sta affrontando tutto questo solo per regalare un sorriso di gioia ai suoi nipotini.
O almeno io immagino tutto questo, chissà se è vero.
Immagino i bambini (o ragazzini?) a Pasqua andare a salutare la nonna, a farle doverosamente gli auguri e a ricevere in cambio, insieme a un gran sorriso, quelle due uova di cioccolato. La nonna ha fatto bene i suoi conti: dentro uova così grandi ci sarà senza dubbio una sorpresa bellissima e proporzionata alla spesa. Più bambina dei suoi nipoti sarà felice come loro e non vedrà l’ora che arrivi il momento di rompere l’involucro di carta colorata e argentata, di frantumare lo strato sottile di cioccolata per arrivare al cuore dell’uovo, un magico tuorlo custodito un contenitore di plastica. Cosa ci sarà mai?
Se è una nonna fortunata, i nipotini cercheranno subito, insieme a lei, la sorpresa e scoprirla sarà una festa nella festa. Sarà bello commentarla e giocare insieme, se di gioco si tratta. Perché magari è solo un gioiello finto da indossare, o chissà che altro, comunque un presente completamente inadatto ai nipoti, che rideranno insieme a lei dell’inutilità di quanto trovato.
Se la nonna invece è sfortunata, i bambini, o ragazzi che siano, a malapena la ringrazieranno e porteranno via le uova per aprirle quando ne avranno voglia, presi da altre mille moderne distrazioni. E poi magari saranno allergici alla cioccolata, solo che la nonna non lo sa, o lo ha dimenticato, che gli anni sono inversamente proporzionali alla memoria, dio santo! E una bella sorpresa, una bella festa, un grande sacrificio, saranno stati vanificati.
Non posso sapere come andranno le cose. Mi piace pensare che questa nonna sia invitata a casa dei suoi nipotini per un grande pranzo in famiglia, perché anche se il detto dice che a Natale stai con i tuoi, mentre a Pasqua vai con chi vuoi, io credo che per lei ci sia ancora posto, che nessuno degli affetti più vicini preferisca andarsene in vacanza altrove, senza di lei. Lei che magari vive con poco, ma si priva di qualcosa pur di regalare un sorriso ai bambini. Perciò a Pasqua non avrà bisogno di arrancare con quell’enorme busta di carta. Arriverà qualcuno a prenderla a casa. Lei avrà addosso il suo vecchio cappotto, o forse no, che magari a Pasqua farà caldo, e comunque sarà vestita per l’occorrenza. La porteranno a casa dei nipoti, cui consegnerà il suo dono speciale, costato un po’ di sacrificio, ma non importa. E insieme ai nipoti procederà con solennità all’apertura del dono. E riceverà mille baci affettuosi dai “suoi” bambini e un velato rimprovero dai loro genitori perché non doveva spendere così tanto eccetera, ma in realtà saranno tutti più felici e la primavera sarà ancora un po’ più calda, quasi estate, e perfino in città ci saranno tanti fiori colorati che renderanno il mondo più sereno e luminoso. Almeno per un giorno.
Ha svoltato l’angolo ed è sparita, con il suo passo lento, diverso, ostinato.
Tanti auguri, cara nonnina. Io il mio uovo di cioccolata vado a comprarmelo e cercando la sorpresa penserò a te e ai tuoi nipotini con il sorriso spalmato di cacao e la luce della festa negli occhi. Grazie a te.