Smith e Wesson per vivere grandi emozioni
Quando sai che sul palcoscenico ci saranno Marianita Carfora, Antonello Cossia e Paolo Cresta, sai e dico sai di certo non che lo immagini e basta, dicevo sai di certo che qualcosa di buono accadrà. E non importa se la tua giornata è stata pesante, se ti senti stanco e non usciresti di casa per niente al mondo. Tu sai di certo che quello che andrai a vedere sarà qualcosa di bello, quindi non ti resta che infilarti la giacchetta e uscire. Se poi a questo magico terzetto si unisce una scrittura intelligente, emozionante, limpida e perfetta da adattare al teatro come quella di Alessandro Baricco, ancor più si rafforza in te la grande aspettativa che sai non sarà delusa. Se tutta questa congiunzione astrale trova il suo ombelico in uno spazio alternativo dove si fa arte e cultura al numero 3 di Piazza San Domenico, è tutto decisamente favorevole affinché una serata ottima prenda vita. Al teatro Il pozzo e il pendolo è di scena Smith e Wesson, un racconto delicato e dirompente come le valli e le cascate del Niagara, luogo in cui si svolge la storia.
È una storia che ti fa camminare sulle uova, passo dopo passo, cercando di aver cura di esse per non romperle. Perché Smith, Wesson e la Signorina Green siamo noi, e le uova sono il tuo bagaglio. Siamo noi, quelli seduti nelle poltrone bianche. Noi che abbiamo un sogno, noi che abbiamo fallito, noi che abbiamo paura di buttarci, noi che abbiamo un passato complicato e noi ancora che abbiamo un futuro incerto.
È una storia che ti fa camminare sulle uova, passo dopo passo, cercando di aver cura di esse per non romperle.
Questa storia di riscatto appartiene a tutti, nessuno escluso. Ci tiene ancorati alla sedia facendoci diventare gli spettatori del racconto stesso. Le storie e le vite dei tre s’intrecciano con fili di seta delicati e robusti, diventando l’un l’altro necessari per andare avanti e sorreggersi a vicenda. Spesso si dice che i libri abbiano sempre un plusvalore rispetto alle rappresentazioni teatrali o cinematografiche. Ma c’è sempre un ma. E il ma è proprio Smith e Wesson a Il pozzo e il pendolo. Non una volta e dico una che si sia sentito un piccolo rumore in sala, che abbia notato distrazione tra i presenti, o movimenti di insofferenza. L’emozione sarà spezzata solo da uno scroscio di applausi, impetuosi e generosi come l’acqua che scende dalla cascata. Se gli attori e il regista (Paolo Cresta) danno vita a settanta minuti di puro godimento tutto viene amplificato da una scenografia (perché sì, in effetti come le riproduci le cascate in un palazzo antico di Piazza San Domenico?) che tutto è tranne materiale. Essa vive nell’immaginario collettivo e soggettivo e allora sì che con un minimo sforzo vedi l’acqua, la botte, e le palme messicane finali, vedi la folla che aspetta il lancio di Rachel Green e vedi la zuppa di fave.
Andate a godere di questa piccola perla, rara e impercettibile agli occhi dei più, in scena sabato 8 alle 21 e domenica 9 alle 18.
Per info e prenotazioni consultate il sito del Il pozzo e il pendolo.