Ecce Homo
Ecce Homo, ma anche Ecce Donna. Sì, lo so che non si dice così, ma dovevo render forte e chiaro da subito ciò di cui vi parlerò in questo viral. Tutti quelli minimamente legati almeno ad un social, avranno visto il video del professore in diretta sulla CNN che mentre fa la sua conferenza viene “disturbato” dai suoi figli. Una scena visualizzata milioni di volte tra il divertente e il terrificante. Tu uomo in diretta in una delle TV più famose al mondo e tu donna che ti sei fatta sfuggire due marmocchi pestiferi che forse volevano solo giocare con il loro papà. Ma del resto i bimbi così piccoli cosa vuoi che ne sappiano della CNN e delle dirette televisive. La faccia impaurita, un misto di collera e incredulità, di Cristo (Ecce Homo) consegnato da Ponzio Pilato alle folle di certo ci somiglia parecchio.
La faccia impaurita, un misto di collera e incredulità, di Cristo (Ecce Homo) consegnato da Ponzio Pilato alle folle di certo ci somiglia parecchio.
Nietzsche nel suo scritto Ecce Homo spiega il significato di ciò che definisce l’istinto di pulizia: l’istinto di pulizia è il bisogno di liberarsi da tutta quella sporcizia che copre le nature sporcate dagli idoli, dai falsi ideali e invocare la solitudine non è altro che il tentativo di cercare una strada salvifica per arrivare alla guarigione del peggior male che abbia fatto ammalare l’umanità fin dal principio.
Ecce Homo, Cristo flagellato e pulizia come iter di guarigione dai mali del mondo.
Bene in meno di due giorni mi è sembrato subito chiaro che questo mondo, mondo reale e personale, abbia assoluta necessità di pulizia. Si arriva ad un momento della propria vita, sulla soglia dei quaranta, in cui se non sai ancora cosa vuoi sai di certo cosa non vuoi. Ed è per questo che la riflessione di oggi gira tutt’intorno all’uomo. Sono stata lontana dalla mia città per un paio di giorni e mai come in questi due giorni cinquecento chilometri hanno avuto il loro peso. Ciò che analizzo è l’uomo in quanto tale, non perché ne abbia bisogno di uno, fortunatamente ho già dato e uno mi basta e mi avanza, ma so che quello è un tipo di uomo che non vorrei mai, anche se fosse l’ultimo sulla faccia della terra e io fossi disperata.
Uomo 1.
Alla stazione ho incontrato l’uomo uno con la pantofola pellicciata. Ora, ditemi, perché? Che motivo c’è di andare in giro con le pantofole, le pantofole sono quelle cose che ti permettono di tirare un respiro di sollievo dopo una giornata con le scarpe chiuse. Sono lo stop, il traguardo, il premio ambito. Oppure è il ricordo d’infanzia, è quella cosa che la mamma lanciava cercando di non colpirti ma solo per farti spaventare. Non esiste che le si metta per strada, che qualora pestassi una cacca ti si spalmerebbe sulla pelliccia. Ho chiesto ai miei amici più stilosi e mi hanno detto che sì, è la moda. Pulizia.
Uomo 2.
L’uomo due è quello che una volta hai conosciuto, ci hai parlato e pranzato insieme, ma che dopo una serie di eventi non voluti da te fa finta di parlare al telefono pur di non stringerti quanto meno la mano. Non si passa avanti facendo con la manina “dopo” per fuggire, essendo passata più di un’ora, riparandosi dietro uno schermo. Suvvia siamo adulti e tra adulti ci si confronta o quanto meno si conservano le buone maniere. Abbiamo un’età in cui dobbiamo insegnare ai figli ad essere delle persone per bene e a guardare negli occhi chi si ha davanti. Pulizia.
Uomo 3.
L’uomo tre è quello che pur essendo rimasto eterosessuale, in un luogo dove gli eterosessuali si contano sul palmo della mano ha perso tutta la galanteria, la gentilezza, la cavalleria. Non dico aprimi lo sportello se sto in auto con te, ma un minimo che ti faccia distinguere da una scimmia che indica il casco di banane ci deve essere. Caro uomo 3, sappi che ad una donna non si dice “vatti a prendere il pranzo se vuoi”, ma si dice almeno, “posso offrirti un caffè?”. Pulizia.
Ecce donna.
Se c’è un film che mi fa piangere per quasi due ore è proprio questo.
Ora io non so se questi uomini da me incontrati in soli due giorni siano diventati così poiché noi donne siamo sempre più incazzate, arroganti, se perché abbiamo perso femminilità, gentilezza, confondendo la fragilità con la sottomissione. Più la donna è diventata forte e sicura di sé più alcuni uomini sono diventati schiavi di un’immagine debole e priva di colonna vertebrale. Abbiamo dovuto combattere per avere gli stessi diritti, le pari opportunità, ma alla fine siamo diventate uguali a ciò che per anni abbiamo combattuto. Al ritorno in treno, ero nella carrozza cinema. Hanno dato il film Non ti muovere. Se c’è un film che mi fa piangere per quasi due ore è proprio questo. Ogni personaggio, ogni scena, ogni tributo di questo film è assolutamente penetrante e preciso. Un puzzle perfetto che si incastra con le tessere di molti di noi. Hanno tutti ragione e tutti perdono.