Marco Malvaldi a scuola
Iniziamo con tre dati di fatto: Marco Malvaldi vende tanti libri. Marco Malvaldi lo leggono le mamme e lo conoscono anche i bambini, perché il BarLume si vede alla Tv. Marco Malvaldi è pubblicato da Sellerio.
E abbiamo detto tutto.
No, diciamo anche che è nato a Navacchio e abita a Pisa.
Ora metti un Istituto Comprensivo di Fauglia e dintorni – provincia di Pisa quindi – che si inventa una lodevole rassegna dedicata agli autori. Pensata per genitori e studenti. Ottimo!
E chi chiamano a inaugurarla? Marco Malvaldi, direte voi!
Certo, perché è uno dei best-seller italiani del momento e proviene da quel territorio.
Ehm, no. A inaugurarla hanno chiamato… Chi?
Me.
E chi sei tu, direte voi.
Praticamente… cosa vi devo dire. Sono Anna Bertini.
Mi avete sentito mica nominare? Uhm, capisco… no.
Volete sapere qualcosa di più?
Ho messo vent’anni per decidermi a pubblicare due libri, lavoro da almeno altri cinque a un romanzo che pare la novella dello stento che dura tanto tempo. Pubblico su qualche rivista letteraria, mi conoscono anche all’estero: sì dai questo posso dirlo. Infatti in Italia non ci son stata che poco, ho sempre vissuto fuori. Solo per questo, non che il mio buon nome abbia oltrepassato i confini.
Non sono nessuno dite voi. Su via, non esageriamo, non mi sottovalutate troppo che poi entro in crisi creativa e deludo la mia ventina di lettori fissi!
Senza sottilizzare, sta di fatto che ho aperto questa rassegna. E poi, mercoledì passato, sono andata a seguire il secondo appuntamento: quello con Marco Malvaldi.
Malvaldi non ha scritto solo il BarLume, ma anche una bella storia come Odore di Chiuso dedicata all’Artusi; un giallo quale Milioni di Milioni con una storia molto originale
Vediamo. I best-seller sono un po’ scontati. Gli autori che vendono in genere, se la tirano anche. Malvaldi sarà un professorino di chimica mancato che in preda alla frustrazione si è messo a scrivere libri. Sì, il BarLume fa presa facile, e poi è anche in tv, chiaro no?
Certo, Malvaldi non ha scritto solo il BarLume, ma anche una bella storia come Odore di Chiuso dedicata all’Artusi; un giallo quale Milioni di Milioni con una storia molto originale, e complessi saggi divulgativi. Insomma, non resta che andare a sentire Marco Malvaldi a Santa Luce. Ha accettato di venire. Nemmeno alla scuola di Fauglia, in un posto quasi civilizzato, ma in mezzo ai colli e ai campi! La direttrice sarà mica sua zia?
Mi telefonano un paio di amiche che, guarda caso, non hanno potuto essere presenti alla mia presentazione a Fauglia:
«Cara, come stai? Immagino l’appuntamento coi tuoi libri sia stato interessantissimo! Io ho quasi pianto dalla rabbia di non essere presente! Ho tentato il tutto per tutto, stavano quasi per licenziarmi, ma non c’è stato proprio modo di avere il permesso. Oggi invece per purissimo stra-caso sono libera come l’aria! Ho sentito la comune amica Corinna, e le ho detto che veniva Malvaldi lassù. L’ultima volta che lo siamo andate a rincorrere fino al parcheggio con una fila di venti persone dietro per avere l’autografo, non ce l’abbiamo fatta! Quasi quasi ci facciamo questi ridicoli quaranta chilometrucci per venire su da te, se tu poi ci porti tra le tue amene colline con la speranza di incontrarlo de visu!»
Che dire? Ma portiamoci anche le amiche. Così, se è noioso e borioso Malvaldi, ho due testimoni. Finisce sennò che ha un auditorium più ristretto di quello che era da me, ma non sta proprio bene diciamolo ragazzi. No, no portiamo gente dietro, i rinforzi. È il minimo.
Attendo l’arrivo delle amiche, e via su per i colli in un bellissimo pomeriggio: ci voleva proprio, altrimenti chi vuoi che venga a sentire Marco Malvaldi a Santa Luce?
Arrivate che siamo, io parcheggio in mezzo al paese, su una ripida salita. Per trovare un’anima a cui chiedere dove si trovi il plesso scolastico mi devo affacciare da uno strapiombo sul posto della Croce Rossa sottostante, perché non c’è nessuno in giro.
Giunte davanti al moderno edificio ci accorgiamo che è dotato di un enorme parcheggio. Fuori ci sono due persone. Lo sapevo che non veniva nessuno qua. Me lo sentivo, povero Malvaldi. Che figura, questi piso-livornesi dell’entroterra non vengono neppure per i best-seller figurarsi un po’!
Ci avvisano che, esattamente come è successo anche a noi, Malvaldi ha trovato una deviazione, e quindi ha qualche minuto di ritardo. Possiamo accomodarci dentro dove l’audience ha già preso posto. Mentre ci intratteniamo in questa conversazione arriva anche lui, parcheggia velocemente a lisca di pesce, entriamo insieme. Seduti sulle sediole dei banchi della scuola primaria aspettano pazientemente numerosi fan malvaldiani, ovviamente pubblico assai più numeroso dell’incontro precedente (il mio): mamme, bambini professori, con tanto di rinfresco organizzato per la pausa. Marco saluta e ringrazia mentre si siede molto easy going su un banco e si rivolge del tutto informalmente alla sua platea.
Ora succede che Marco non perda nemmeno un minuto di tempo ad aspettare che qualcuno lo presenti enunciando le glorie della sua vita letteraria, ma dica:
«Benissimo, comincio a raccontare di me e se poi qualcuno ha domande o vuole interrompermi lo faccia pure come e quando vuole»
L’autore racconta di aver iniziato a scrivere quando stava preparando la tesi teorica di chimica, rinchiuso d’estate in un Dipartimento universitario bollente e puzzolente. La sua intenzione era quella di scappare con la fantasia nel posto dove avrebbe voluto trovarsi in realtà: un bar sulla spiaggia, che nelle ore lavorative
L’autore racconta di aver iniziato a scrivere quando stava preparando la tesi teorica di chimica, rinchiuso d’estate in un Dipartimento universitario
Da qui, supportata dalla moglie, la decisione di rispolverare il manoscritto e mandarlo a qualche editore, tra cui -inserito all’ultimo momento per timore che fosse troppo prestigioso- Sellerio. L’unico invece che lo leggerà e risponderà all’autore. Dalla telefonata ricevuta in un treno da parte dello stesso Antonio Sellerio, agli equivoci generati dalla sorpresa e dall’inesperienza di Marco rispetto ai contratti editoriali, al bellissimo rapporto instaurato con l’editore, Malvaldi ripercorre con sincerità e contagiosa ironia le tappe della sua trasformazione dal dottorando in Chimica allo scrittore a tempo pieno. Senza nascondere né la sorpresa per questo strano caso del destino che lo ha portato sin lì, né il rimpianto per la carriera del chimico, che non esiterebbe a riscegliere, se venisse una buona opportunità.
Lo scrittore è dotato di una comunicativa straordinaria e di grande affabilità. Ci racconta alcuni aneddoti dalla vita del nonno e della sua famiglia, potenziale letterario a cui ha attinto a piene mani nel caratterizzare i suoi personaggi. Ma anche di come sia strutturata oggi la vita dello scrittore, con la necessità della promozione, che ti porta, dice Marco, a fare vera e propria “ostensione del corpo dello scrittore”, e di come ciò impedisca di fatto, a chi raggiunge la notorietà, di esercitare contemporaneamente un’altra professione. Ci parla dell’incontro con il grande Camilleri, di come Sellerio abbia ottenuto che il produttore di Montalbano si decidesse anche per lo sceneggiato tratto dal BarLume, delle esigenze di sceneggiatura che portano talvolta altrove la vita dei personaggi dei libri. L’autore toscano non ha nessun problema neppure ad ammettere di aver scritto, su commissione, qualche capitolo meno brillante del solito, per la saga del “BarLume”.
la necessità della promozione, che ti porta, dice Marco, a fare vera e propria “ostensione del corpo dello scrittore”
Marco Malvaldi ci ha divertiti e intrattenuti con semplicità, ci ha fatto anche davvero ridere di gusto, con intelligenza. Non è borioso e non ancora ampolloso come vorrebbe essere da vecchio, parla in modo diretto e semplice. È molto difficile continuare a cercare argomenti che mi aiutino, da autore, a trovare qualche motivo per cui essere uno scrittore di best-seller possa avere qualche risvolto deteriore. No, Malvaldi mi conferma il contrario. Come dice lui, conoscere uno scrittore è una gioia quando la persona che scrive somiglia ai propri libri. E Marco somiglia ai suoi.
A me, non resta che propormi per il prossimo Festival di Topolò! Come, non sapete cos’è il Festival Letterario di Topolò? Non ci siete mai stati? Ma come, è una realtà un po’ decentrata e autoreferenziale forse, ammettiamo, ma comunque lodevole. Ci sono splendidi incontri con autori tra l’alba e le nove di mattina, tra le dieci post-meridiane e la fascia notturna. Non vi dirò proprio dov’è Topolò dovete scoprirlo da soli! Soprattutto se desiderate venirmi a sentire quando mi inviteranno prossimamente. È stato proprio Marco a parlarmene. Per quanto riguarda lui invece, vi consiglio di andarlo a incontrare di persona quanto prima, vi divertirete un sacco.