Due ragazze e il corpo delle donne.
Due ragazze camminano tenendosi per mano. Sono giovanissime, forse nemmeno maggiorenni. Sembrano complici, si guardano negli occhi e ridono chiacchierando fitto.
Chissà cosa si dicono. A prima vista sembrano innamorate tra loro, ma non è detto sia così. O forse sì, in un certo senso. A quell’età il sentimento dell’amicizia è molto forte e molto simile all’amore. Quale donna non ha avuto, da ragazza, l’amica del cuore con cui condividere ogni sospiro?
L’ho avuta anche io. Abbiamo dormito insieme, mano nella mano, abbiamo fatto la doccia insieme, abbiamo vestito abiti uguali, ma non eravamo innamorate fra noi. A ognuna piaceva un rappresentante dell’altro sesso.
Queste due ragazze passando sotto la mia finestra così allegramente unite mi hanno fatto riflettere e compiere un viaggio nei ricordi di una età meravigliosa.
Una piccola donna stava diventando semplicemente una donna, attraverso mutamenti del carattere, del fisico, attraverso lo scambio emozionale con un’altra piccola donna simile a sé. Non c’era malizia nemmeno nel toccarsi, nello scoprire le proprie nudità, nel fare segreti paragoni e scoprirsi sempre svantaggiate rispetto all’amica, una specie di brutto anatroccolo, ma non esserne nemmeno gelosa, tanto poi si scopriva che la cosa era reciproca.
Cosa potevamo saperne, a quell’età, che il corpo delle donne è sempre una meraviglia?
Cosa potevamo saperne, a quell’età, che il corpo delle donne è sempre una meraviglia?
Oggi mi capita di vedere delle donne nude sia per lavoro, ma in quel caso l’ambito è quello della malattia e il discorso prende un’altra strada, sia in ambienti ricreativi. Donne, in questo secondo caso, che si mostrano senza alcun pudore e senza alcuna esibizione per quelle che sono. Con naturalezza, coscienti del valore del proprio corpo anche quando non segue il canone della perfezione.
Ho visto ragazze morbide, splendide come la primavera del Botticelli, e altre spigolose. Ho visto signore mature con i segni del tempo sulla pelle, ma con il fisico nel mezzo di una seconda giovinezza. Ho visto seni gloriosi e seni pesanti, pancette floride e costole appuntite, smagliature e muscoli guizzanti. Ho visto ragazze in erba dalle lunghe gambe e dai lunghi capelli, un po’ tutte uguali fra loro. Ho visto signore avanti con gli anni rifiutarsi di accreditare il tempo e inventarsene uno del tutto personale con grinta e gioia di vivere. In ognuna di loro c’era sempre qualcosa di bello. Qualcosa di sacro.
Mentre ricordo e rifletto lo sguardo incontra un cartellone pubblicitario enorme, sul quale è raffigurata una splendida modella, naturalmente mezza nuda e senza l’ombra di imperfezioni. Bellissima e irraggiungibile, un’icona che scatena pensieri e sentimenti contrastanti nei confronti del corpo delle donne.
Carenza di autostima nelle ragazze “normali”, che pur molto carine non si sentono così spaziali al confronto.
Tristezza e malinconia nelle donne oltre gli “anta”, che credono sfiorita la propria avvenenza. Ineguagliabile senso di vittoria e libertà per le donne costrette a mille divieti imposti da culti sociali o religiosi.
Senso di inadeguatezza in una parte dell’universo maschile dalla virilità inibita davanti alla perfezione. E al contrario, bramosia e desiderio di possesso, alla stregua di un bell’oggetto di cui fare ciò che si vuole, fino a maltrattarlo, in un’altra fetta di mascolinità.
Fastidio in coloro che vivono il pudore con modalità del tutto personali e ritengono irrinunciabile il mistero del privato.
Non è solo un’immagine. Quel corpo di donna seminudo è un simbolo. Ogni corpo di donna lo è per davvero.
Le ragazze sono andate via portandosi dietro la loro allegra amicizia e io ho divagato. Da innocenti e nostalgici ricordi di gioventù sono finita a considerazioni pseudofilosofiche sul corpo delle donne. Forse anche quelle due piccole donne hanno avuto modo di osservarsi nell’intimità, di toccarsi e di gustare la reciproca bellezza. Io glielo auguro, auguro loro di scoprire, per esserne fiere e consapevoli, il valore unico, prezioso e non derogabile del corpo delle donne, qualunque forma esso abbia.