Ti manderò delle rose!
– Manderò delle rose!
– quindici.
– trenta.
Ci sarà un premio sicuramente alla fine, al termine di questa vicenda.
Non era uno che competeva anzi al contrario, cercava sempre di stare al proprio posto guardando con prudenza tutto ciò che aveva sapore di gara.
Stava al suo posto e aspettava.
Lo scoraggiava il primato della bravura come quello del successo. In un modo diverso dagli altri, credeva di muovere i suoi istinti verso le cose che più si adeguavano a una ordinaria insoddisfazione.
Il suo equilibrio, cioè, si trovava adagiato sul fondo di un bicchiere vuoto in cui ogni riflesso di luce sembrava possedere la forza congenita di una qualunque forma di spiritualità.
– Sera o mattina?
– Mattina.
– Presto o tardi?
– Presto.
ogni riflesso di luce sembrava possedere la forza congenita di una qualunque forma di spiritualità
Forse ogni cosa accadeva perché era desiderata? Invero non aveva desideri precisi e pertanto nulla si aspettava che accadesse di straordinario.
Questo lo lasciava indifeso. Aspettava l’attimo perfetto. Con calma poi avrebbe valutato in quale stagione, inverno, estate, notte o mattina, sorseggiando un caffè, puntando la sveglia o digitando un numero telefonico, avesse iniziato a programmare le circostanze per realizzare il tempo di adesso.
L’analisi era facile.
Pura primitiva razionalità, non aveva poteri speciali e le minacce del futuro si legavano solo alle illusioni del già passato, senza che questo facesse da calmiere al suo modo di affrontare la realtà.
Sul biglietto verde: la mattina aprirai la finestra ed io sarò il tuo risveglio.
– Sempre la stessa strada?
– Si
– Rosse, rosse. Cento rose rosse.
Una condizione inaccettabile, ma che sopportava con pazienza, perché anche la memoria gioca brutti scherzi! Era, infatti, convinto di avere sostituito, poco a poco, alcune sfocate comuni sensazioni del passato con delle originali fantasie romantiche, arricchite di sentimenti forti, soltanto per stare in pace con se stesso e con i propri trascorsi. La maniera più facile forse per adeguarsi al pensiero prevalente.
Un game-flash di ruolo in cui l’eroe raggiungeva in poco tempo il massimo livello sbaragliando, con i suoi poteri speciali, zombi e nemici. Magia, forza, velocità, resistenza.
la mattina aprirai la finestra ed io sarò il tuo risveglio.
– Non vincerò mai.
– Ma è un gioco.
– Bene, allora proverò a duplicarmi.
– Ah! Sono allergica ai fiori!