La storia di Lady Lety
A pochi passi dalla fermata della metro di Tacubaya, giusto a un centinaio di metri dall’ingorgo di clacson, passi, voci, calzini a venti pesos, succhi di frutta, tacos fumanti e magliette appese, c’è un anonimo edificio con la facciata di mattoni che si confonde fra le altre case della calle. Un rettangolo bianco di plastica posto sopra il campanello ne svela l’identità: AFEECI. Da dieci anni a questa parte in quel cortile e fra quelle mura decine di bambini hanno trovato un’alternativa alla strada.
Questa è la storia di Leticia Cruz, che nel Febbraio del 2005 aprì le porte di una casa costruita con fatica su un terreno ottenuto in prestito dalle Missionarie Corazón de María e chiese alle famiglie del quartiere di entrare senza togliersi le scarpe. L’esordio fu tiepido: attraverso visite informali alla struttura le famiglie familiarizzano con un progetto sconosciuto e inatteso.
L’area metropolitana di Tacubaya – che fino al 1904 conservava i caratteri di paese di periferia – è stata inglobata nella dinamica e tumultuosa Città del Messico, con il conseguente spostamento della popolazione benestante verso la colonia Condesa e la zona collinare di Chapultepec. Oggi ospita numerose famiglie di venditori ambulanti che negli anni ’80 non si sono fatti scoraggiare dal fatto che la zona fosse come “la ciudad perdida”, e vi hanno comprato casa.
È tradizione in Messico consumare per strada cibo acquistato dalle bancarelle che campeggiano ogni crocevia e svincolo urbano
Leticia conosce questa realtà: abita a un paio di fermate da Tacubaya e troppe volte ha visto bambini lavorare, abbandonare la scuola, consumare pasti inadeguati e imboccare candidamente il cammino sbagliato. Quella che lei chiama callejerización, sublimando in una parola il pericolo e il disagio della strada, diventa allora la C del nuovo acronimo: Adolescenza Felice Evitando la Callejerización Infantile. Ed è proprio lì – nel quartiere famoso per prostituzione, tossicodipendenza e vandalismo – che nasce così un’oasi di tranquillità per i giovani messicani e le loro famiglie.
Nel corso degli ultimi dieci anni le pareti inizialmente grezze del civico 24 di Mártires de la Conquista si sono trasformate, tappezzandosi di murales, foto e impronte di piccole mani colorate.
Lady Lety ammira quotidianamente il colorato e chiassoso frutto del suo impegno
Lady Lety – così la chiamano i bambini e i lavoratori di AFEECI – ammira quotidianamente il colorato e chiassoso frutto del suo impegno: al di là di quei mattoni marroni le maestre aiutano i bambini a lavarsi i denti, i giovani del quartiere che hanno trovato un impiego ridacchiano sulle note di Luis Miguel affettando chili di jicama per il pranzo, giovani mamme fischiettano lavando il pavimento, volontari messicani e internazionali aiutano i bambini a fare i compiti e Kira, la trovatella, passa fra le gambe dei visitatori scodinzolando.
La storia di Ledy Lety e della sua associazione non la si trova sui titoli stampati, sfogliando un giornale o facendo un giro in libreria. È una di quelle storie di sottofondo, raccontata a bassa voce. È una storia di cambiamento e speranza, un ruscello che scorre sotterraneo e ispira chi arriva a scoprirlo. A raccontarla sono le vite che questa storia è riuscita a cambiare.