Fabula Vergiliana nel ventre di Napoli
Ci si incammina per le vie del centro della città più ricca di fascino e di splendore al mondo, a pochi passi da Piazza del Plebiscito, e a farci da guida troviamo delle piccole lanterne rosse dalla debole fiammella. Questa sera si va nel ventre di Napoli, si scende di quaranta metri per vivere una storia diversa, la Fabula Vergiliana raccontata dalle abili voci delle guide di Mani e Vulcani, per la regia di Antonello di Martino, che a metà tra Caronte e un Munaciello dispettoso, ci traghetteranno da una stanza all’altra di La Napoli Sotterranea, una delle attrazioni principali di questa zona. Fabula Vergiliana, ovvero come tutto ebbe inizio. Ripercorriamo con la voce narrante i più grandi prodigi, i sortilegi e le leggende del Mago Virgilio, che tanto amò Napoli e i napoletani. Durante il percorso-spettacolo assisteremo ai racconti che di volta in volta ci spiegheranno la storia della mosca d’oro che allontanava le epidemie, delle sanguisughe che sanavano i malati, di Forcella la strada più antica della città, del cavallo che tutto rinvigoriva, solo per citarne alcuni.
Virgilio ebbe infatti con la città di Partenope un rapporto speciale, tanto da voler essere seppellito nei pressi dell’attuale Parco Virgiliano, a metà strada tra Napoli e i Campi Flegrei. La amò a tal punto da lasciare segni nascosti in tutta la città per poterla proteggere con le sue doti. Il più grande poeta di tutti i tempi era anche un abile alchimista, una sorta di Santone per i napoletani che ricambiavano il suo amore venerandolo quasi come un Santo. Passo dopo passo, racconto dopo racconto, ci si accorgerà di quanto fosse forte l’amore del poeta per la città nata sull’isolotto di Megaride. Tramite le sue arti magiche, più di una volta il mago la salverà da sciagure, calamità naturali e catastrofi. Purtroppo oggi non resta che il ricordo di tutti i simboli prodigiosi che Virgilio donò alla città partenopea. Ma più che mai ne è vivo il ricordo, e se ne tramandano le superstizioni, molte delle quali sono contenute nello storico libro Cronaca di Partenope del XIV secolo, gelosamente custodito nella Biblioteca Nazionale di Napoli.
Un percorso molto suggestivo che fa tenere il naso in su ripensando anche a chi un po’ di anni fa utilizzava queste enormi stanze come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Stanze nelle quali di tanto in tanto si scopre ancora qualche traccia lasciata da chi passava lunghi giorni senza poter vedere la luce.
Non perdete i prossimi appuntamenti. Info e prenotazione obbligatoria 081.5643978 – 340.4230980 – manievulcani@gmail.com. Ci si trova in piazza Trieste e Trento all’esterno del Gambrinus.