Moschella e Mulè
Metti una serata nella splendida location del Real Teatro Santa Cecilia, nel cuore del centro storico di Palermo. A due passi dal palazzo del Gattopardo. Metti l’invito di due amici e bravissimi artisti, Emanuela Mulè e Giuseppe Moschella, per la presentazione dei loro due film brevi, U’ Vattìu e Il Sorcio.
Metti che già ne conoscevo la bravura per averli visti a teatro, ma ammetto di essere rimasto sorpreso da quello che ho visto.
Mescola il tutto ed ecco che questa emozione mi porta a raccontarvene qui, dove del resto è di emozioni che generalmente parliamo.
Dunque, la prima domanda è se si possa fare Arte sotto molteplici forme espressive in modo realmente indipendente, senza appartenere a nessun colosso del settore e a nessuna scuderia più o meno affermata.
Ancora: si può fare cabaret di qualità, teatro e cinema senza grosse risorse finanziarie e in una regione tradizionalmente ricca di cultura, ma povera di opportunità? Si può produrre film brevi di livello elevato per contenuti e tecniche utilizzate, per musiche e fotografia, per creatività e originalità, girando tutto a Palermo e dintorni? E lo si può fare scrivendo soggetto e sceneggiatura, firmando la regia, con Giuseppe Moschella, e interpretando i ruoli da protagonisti, trattando un tema drammatico e tipicamente siciliano come la mafia, ma facendosi apprezzare in Asia, passando dagli Usa per la finale del prestigioso premio internazionale di Los Angeles, fino ad essere invitati anche in Francia?
Ebbene, dopo la serata del Santa Cecilia la mia risposta probabilmente è si. Certo, è difficile, ma possibile, se pensate al caso di Emanuela Mulè e Giuseppe Moschella. Coppia in arte e nella vita, eclettici e capaci di muoversi tra gag spesso di irresistibile comicità in un cabaret mai volgare o banale, che attinge a piene mani da quella inesauribile fucina di spunti e di macchiette che è la Sicilia. Con la capacità di riderci su, non disdegnando però incursioni verso temi delicati ora con leggerezza ora con un sapore intensamente amaro o addirittura tragico, come in alcuni momenti di questi loro “film brevi” come loro amano chiamarli, invece del convenzionale “cortometraggio”.
Ne U’ Vattiu si parla per esempio di omosessualità, nel caso del giovane rampollo di un potente mafioso che proprio nel momento del U’ vattiu, ossia dell’ingresso ufficiale del figlio nell’onorata società, si trova a fare i conti col diniego che gli viene posto da altri boss per via della omosessualità del ragazzo. Da lì la storia si dipana su una nota di crescente drammaticità, da cui emerge, salvifica e risolutiva, la figura della moglie, anch’essa dirompente e a suo modo rivoluzionaria per il contesto sociale in cui si trova.
Ne Il Sorcio, composto di tre distinti episodi, si accavallano le vicende di personaggi noti e meno noti della storia recente siciliana e palermitana in particolare: da Don Vito Ciancimino, sindaco mafioso autore di quello che viene detto “il sacco di Palermo” a Peppino Impastato, passando per lo straordinario personaggio di una ex prostituta, interpretato in chiave drammaticamente espressiva da una superlativa Mulè. L’elemento femminile, di riscatto e di ribellione, è fortemente presente in entrambi i film brevi e valorizza sia lo spessore del testo sia la bravura di Emanuela.
La fotografia è di grande impatto e conferisce ai due corti un tocco di magia, agevolata peraltro dalla bellezza dei luoghi della Sicilia. Una nota speciale, infine, sulle musiche del bravissimo Diego Spitaleri: emozione che corre sul grande schermo e arriva al cuore dello spettatore.
In bocca al lupo a Emanuela e Giuseppe per la kermesse francese di prossimo svolgimento, tenete alto il buon nome della creatività e della cultura siciliana!
Trailer dei due film brevi:
https://www.youtube.com/watch?v=EB_9YBjzmdg
Le prime due foto sono di Giulio Azzarello