Non sono sicura di niente
Non sono sicura di niente.
Non sono sicura di cosa voglia dire essere o fare il bravo genitore. Non sono sicura che convenga tenerli sporchi a giocare nel prato o puliti a leggere un libro. Non sono sicura che sia necessario insegnargli che i sogni si possono realizzare oppure dir loro che a pochi metri da qui c’è una guerra che ammazza i bambini.
Una volta ho fatto una cosa orribile a mia figlia. Questa cosa orribile mi è venuta in mente quando ho letto la notizia del ragazzo suicida a causa di dieci grammi di hashish. È morto a 16 anni questo ragazzo di Lavagna. È morto perché la madre esasperata ha chiamato i finanzieri per dargli una lezione. Solo che la lezione gliel’ha data il ragazzo alla madre, lanciandosi nel vuoto e precipitando per parecchi metri.
Quando ho fatto questa cosa orribile a mia figlia ero al mare. Ci passo l’intera stagione estiva, da sola con due bambini da accudire e un lavoro da portare avanti. Quanto può essere esasperata una madre? Tanto. Si dice figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi. Fatto sta che un giorno Mia, mi ha fatto arrabbiare. Tanto. Ma tanto proprio. Le ho gridato che mi aveva delusa e mi aveva fatto stare male e lei per tutta risposta mi ha detto che non voleva essere più mia figlia. Ecco, da sola, esasperata e con una bambina che non voleva essere più mia figlia. La cosa che aveva fatto era grave, non mi sarei arrabbiata così tanto. Fatto sta che la sera a cena, fingo una telefonata, con il capo del collegio. “Pronto? Sì, sono la mamma di Mia, come dice? Il capo del villaggio ha sentito litigare e l’ha chiamata? Uhm sì eravamo noi… ma, ma perché lo vuole sapere? Sì, ha detto che non vuole essere più mia figlia, però… (Mia nel frattempo era muta e bianca in viso) Come dice? È all’ingresso del villaggio perché sta facendo la raccolta dei bimbi che non vogliono più stare con le mamme? Ma io non so… Devo tagliarle i capelli perché non ha tempo di pettinarli e devo darle solo un paio mutandine che bastano e avanzano?
Lo so, sono una persona orribile. Quando Mia ha sentito la storia dei capelli è esplosa. Un pianto a singhiozzi. Tremava e mi supplicava di chiudere la telefonata. Per molto tempo non ha più voluto avvicinarsi al cancello d’ingresso.
Quella madre la capisco? Non lo so. A volte noi genitori facciamo cose orrende, sbagli enormi, per stanchezza, per paura, per sfinimento, per impreparazione, per mancanza di comunicazione.
Figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi.
Io, non sono sicura di niente.
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