Bisognerebbe lasciarsi con un inchino
C’è un’ostinata fossilizzazione sulla questione del lasciarsi, su chi in amore lascia chi, come se fosse vitale saperlo.
Capirlo.
Deciderlo.
E per quanto determinante possa esserlo per le due persone all’interno della coppia, la verità è quando noi inizia ad essere una divisione fra l‘io e te, allora la coppia ha già interrotto la sua funzione principale; essere un duo d’unione.
Chiunque lascia o venga lasciato, non è più parte di quel duo d’insieme, e questa è la parte fondamentale.
La parte che viene, immancabilmente, a mancare.
Separazione consensuale, subita o decisa dentro o fuori noi stessi, rimandata all’infinito o presa d’istinto, negata e taciuta o dichiarata ed esposta, la miglior scelta fatta o la peggiore, dimenticarsi subito o dopo anni, trovare immediatamente un nuovo amore oppure rimanere soli per scelta e destino, sentirsi felici o tristi o tutti e due insieme, essersi amati tanto o poco, nel modo giusto o con la persona sbagliata… e poi alla fine non capire se l’altro ci ha reso migliori o peggiori e quanto anche noi lo abbiamo reso tale.
Infondo a tutto questo arriva la verità di capire che la fine di un amore ha sempre un fondo di fallimento nel suo avvenimento.
ci si lascia esattamente come ci si è scelti; insieme
La fine di un amore è una rottura di promesse fatte a noi stessi prima ancora che all’altro, e non importa quanto sia stato bello o terribile quell’amore o quanto felicità o tristezza ci fossero in esso e quante di queste due, dopo questo legame, abbiamo nella nostra vita, con quelle promesse infrante abbiamo tradito i nostri valori, i nostri progetti, il nostro tempo, e ovviamente l’altra parte della nostra coppia.
Non bisognerebbe mai chiedersi chi lascia chi, ci si lascia esattamente come ci si è scelti; insieme.
Ci sarà sempre chi avrà più colpe dell’altro e più noncuranza, chi soffrirà di più o di meno e sempre nel suo modo intimo e personale, chi in privato e chi pubblicamente, ci sarà sempre un elemento mal funzionante in una coppia che scoppia.
Nessuno potrà mai cancellare il tragitto del viaggio che si è scelto di fare in due, capendo che se lo si è intrapreso, per i motivi più giusti e nobili o per quelli imperfetti e inspiegabili, non ci si può estromettere da quel percorso relegandosi nel ruolo di vittime, anche se magari lo siamo state realmente.
L’ amore vero è quello che non finisce mai.
Ma in mezzo a tutti quegli amori spezzati destinati ad essere solo dei giochi o dei passatempi o fissazioni, vivono anche innamoramenti non sfociati in un amore più maturo.
Si può affermare che non è stato un sentimento vero solo perché non duraturo?
In quei momenti, anche se finiti, quell’amore c’è stato e noi ci abbiamo creduto, abbiamo lottato, ci siamo affezionati, abbiamo amato, anche se non eravamo pronti all’amore vero, anche se non eravamo insieme a quella persona con cui saremmo giunti nel cammino dell’amore durevole nel tempo, noi abbiamo reso il nostro cuore omologabile per due.
Di questo poi si tratta, di un cammino insieme.
Con ostacoli.
noi abbiamo reso il nostro cuore omologabile per due
Pause
Salti
Cadute
Paure
Incognite
Pezzi di strada che non sempre si vogliono percorrere, e non ci può essere amore senza lo stesso tragitto.
Assieme.
È giusto marchiarsi di quel fallimento, di quell’amore finito, per un indefinito pezzo di tempo?
Non si può sapere quanti amori verranno dopo quello appena smesso, se verranno e come verranno, se ameremo ancora e nello stesso modo, con la stessa passione o in maniera meno pazza e più concreta, se il nostro posto nel mondo è da soli o a fianco di qualcuno.
Non ci è dato capire in modo preventivo come siamo destinati a vivere questa vita, se non provando a viverla.
In nessun momento c’è un destino di scelta sicura che garantisca la felicità.
Nessuna solitudine potrà farci sentire abbastanza forti da essere sempre sicuri di riuscire a stare da soli con noi stessi.
Nessun amore potrà giurarci, sempre in ogni istante, di essere solidi fra le braccia dell’altro.
non ci può essere amore senza lo stesso tragitto
Tutti vogliamo l’amore.
Infondo chi non lo vorrebbe?
Chi non vorrebbe che i propri sogni si avverassero?
Eppure non dovremmo mai permettere a uno status, specie se sentimentale, di condannarci automaticamente in un sentimento, dolce o amaro che esso sia.
La serenità di una scelta può assicurarci tranquillità se parte soprattutto da noi e dal nostro impegno per mantenerla tale, prima ancora che essa inciampi nel nostro cammino di vita.
Sulla fine di un amore non c’è né da morire né da brindare, in una separazione ci dovrebbe essere lo stesso rispetto con cui ci si è scelti, e forse, una parte di quell’amore con cui ci si è amati.
Un parte non romantica, non passionale e nemmeno dolce, solo una parte profonda.
Autentica.
Non saremo mai lampadine a comando di un on/off facilitato, siamo fuochi che vanno spenti piano, con moderazione, siamo brace che prima di diventare fredda deve affievolirsi con calma, e poi solo dopo, solo allora, da quelle stesse ceneri si può risorgere come la Fenice.
la fine di un amore è comunque amore
La fine di un amore è qualcosa che va tutelato, bisognerebbe sempre avere rispetto di quello che abbiamo provato.
Anche se non ne valeva la pena.
Anche se abbiamo sbagliato.
Non sarà stato un contratto per l’eternità, ma è stata una promessa a lungo termine, e per quel pezzo di tempo ci siamo presi cura di una persona che, come noi, ha provato ad amarci.
Bisognerebbe restituirsi a se stessi e all’altro, con estrema cura.
Per quanto possa sembrare strano la fine di un amore è comunque amore.
Come quando cala il sipario su uno spettacolo ed è l’ultimo atto, le tende si accostano, c’è il momento di chiusura, eppure poco dopo quelle stesse tende si rialzano per brevi istanti sui saluti finali.
Bisognerebbe lasciarsi con un inchino.
per quel pezzo di tempo ci siamo presi cura di una persona che, come noi, ha provato ad amarci
Capendo che da lì in avanti non saremo più noi i protagonisti di quel palco e che anzi, quasi sicuramente, su quel palco e in quell’amore verranno altre persone, persino altri spettacoli.
E certo, verrà una malinconia tremenda di quel palcoscenico, potremmo addirittura essere gelosi dei nuovi protagonisti, sentirsi male per essere stati sostituiti, perché di fondo è quella la verità, ma ci sarà anche la liberazione di immaginare una trama nuova.
L’estrema consapevolezza di non dover più passare sotto gli occhi la stessa identica tragedia con lo stesso medesimo finale, non modificabile.
Sapendo che a quel palco si è già donato tutto quello che si poteva porgere.
Bisognerebbe lasciarsi con un inchino.
Perché comunque vada sarà di nuovo amore. Per noi stessi.