Mammina
Mammina mi hai chiamato, non mi spiegai quel suono. Mammina mi ha chiamato, e gli passavo accanto come a quattr’anni, quando cadendo mi implorò la mano. Lo colsi piccolo e impaurito e lo scaldai al cuore. Mammina ora rispondo – vezzo antico – porti la mia mano al viso e ti accarezzo, dopo questo gelido anno che ha bruciato il cuore. Non riuscivo a credere – mammina – eppure lo racconto ai miei compagni ché quel momento non rimanga unico e ritorni ancora insieme a te: bambino, uomo, figlio mio.