Scrittori di racconti – parte due
Che si fa quando le riviste online che avevi contattato per un’intervista non hanno risposto in tempo; certo, puoi parlare di alcuni scrittori di racconti che hai trascurato finora, fra cui la divina Virginia (abbi pazienza, mia cara). Nel precedente articolo, affermo che lo scrittore direttamente associato al racconto breve è Raymond Carver, elogiato per la sua prosa asciutta e ragionata. In realtà, avrei potuto (e dovuto) dedicare la mia attenzione all’autrice americana Flannery O’Connor, una delle voci più rappresentative, incalzante e ricca di tonalità espressive. Barbara come sono nelle mie letture, conosco a malapena i titoli dei suoi romanzi, ma mi sono orientata con infallibile intuito verso i suoi meravigliosi racconti della raccolta Tutti i racconti (Bompiani), che vi consiglio senza dubbi. Finora, ne ho letti solo alcuni, intervallandoli da pause e riflessioni, dato che la scrittura della O’Connor è incredibilmente complessa e sfaccettata.
Mi sono orientata con infallibile intuito verso i suoi meravigliosi racconti della raccolta Tutti i racconti (Bompiani), che vi consiglio senza dubbi.
Il raro talento della scrittrice la spinge a finali inaspettati e a confrontarsi con la fede e la dimensione soprannaturale in modo originale. Morta ad appena trentanove anni, l’autrice ha trascorso una buona parte della sua vita invalida a causa di una malattia ereditaria. Il senso di precarietà e di solitudine sperimentati in prima persona sono attutiti dalla profonda fede religiosa, valore che impronta la sua produzione letteraria, senza tuttavia trasformare i suoi testi in propaganda.
Un altro grande narratore che si è misurato con i racconti è O. Henry, con Memorie di un cane giallo (Adelphi), antologia della quale ricordo un divertente racconto dove una coppia di vecchi signori è alle prese con i rispettivi regali natalizi. I due sono rappresentati con pennellate rapide e agili, e con toni esilaranti, che sfiorano il grottesco. Nonostante fosse divertente non è certo il miglior libro di racconti che abbia mai letto. È difficile scegliere fra la miriade di antologie di racconti, ma senza dubbio i migliori sono i racconti di Nemico, amico, amante (Einaudi) di Alice Munro. È una scrittrice meravigliosa che merita ancora più lettori, nonostante anche a causa del Nobel abbia ottenuto una parte del successo che merita. Con pochi aggettivi, è capace di connotare in modo preciso e raffinato un intero universo affettivo, mettendo a tacere coloro che la rimproverano per l’assenza di spiegazioni prolisse e analisi moraleggianti. Non c’è bisogno di puntualizzare nulla perché le sue storie, dietro un’apparente esilità, sono molto più stratificate e sono in grado di parlare da sé.
L’anno scorso Edizioni Racconti ha pubblicato un libro che desidero molto, Oggetti solidi. Tutti i racconti e altre prose di Virginia Woolf e sono certa che sarà un piacere condividere le mie impressioni su facciunsalto. Mi piace la sua scrittura è un’affermazione fin troppo riduttiva, in ciò che scrive c’è un gioco di punti di vista fluido e naturale che più spesso nella scrittura post-modernista risulta artificioso. Certo, ho apprezzato l’Andrés Neuman dell’antologia di racconti Le cose che non facciamo (ed. Sur), o il David Foster Wallace dei racconti La ragazza dai capelli strani (Minimum fax), ma la Woolf è terribilmente brava a non far pesare sulle vicende lo stile e il suo sguardo. Per usare l’espressione cara alla narratologia, in lei si compie pienamente la sospensione dell’incredulità.
Con lei, mi muovo per le strade trafficate e rumorose di Londra, azzerando la percezione del mondo
Con lei, mi muovo per le strade trafficate e rumorose di Londra, azzerando la percezione del mondo. Borges in Finzioni e L’Aleph offre una scrittura eccentrica, distaccata, mentre l’adorata Virginia ha un tocco speciale, grazie al quale le sue parole orbitano nei miei pensieri, li stravolgono e ridisegnano, colmandomi di gioia e pienezza. E ho scoperto di non essere la sola a considerarla la propria “scrittrice preferita”, nonché musa letteraria. Se sussurra a me le trame migliori, posso perdonarle anche questa!