senza acrimonia – da Romanzo inesistente
VII.
Non si stupisca, mia cara, glielo dico con le parole della mia dolce Emily: il suo nemico sta invecchiando, faccia in fretta, che la vendetta se attesa a lungo, da pietanza si tramuta in putrescenza.
Allontani da sé quel sentimento che all’apparenza appetitoso finirà per rivelarsi malsano, ma ci pensi bene, le mura domestiche si priveranno dell’odore di pulito, s’ammorberà l’aria, le tende di lino ingialliranno e i suoi capelli diverranno opachi. Lei non lo desidera sul serio. Dia retta a me, vuoti nella pattumiera tutto il cibo che a mangiar da soli non c’è soddisfazione, poggi piatti e stoviglie nell’acquaio e lasci che l’acqua scorra scorra e scorra, che gli avanzi non piacciono a nessuno.
VIII.
Ecco, mia cara, se lo lasci dire, dovrebbe oliare un po’ quelle giunture, sì, e cercare di umanizzare i movimenti, è chiaro che l’esercizio quotidiano è fondamentale e aiuta parecchio.
Se lei ci mettesse soltanto un pizzico di buona volontà in più, del resto non le si chiede nulla di speciale che ai mariti le donne piacciono rigide, ma cosa ha capito?
Ho detto rigide, sì, durante il giorno, e in presenza di estranei, purtroppo certe rigidità poi si consolidino e se lo lasci dire: oggi lei mi sembra un manichino, cosa crede di ottenere così? Sia charmant, abbia quel tocco di glamour, e di tutte quelle parole in Vogue oggi, si tolga quei guanti di gomma gialla, il grembiule unto, e sciolga i capelli. Oh, che puzzo di fritto, una cuffietta, no? Le fanno male i piedi, via la ciabatta, tacco dieci almeno, e si rifaccia il trucco, non vorrà mica che suo marito la scambi per la domestica?
Come dice? Le scarpe le fanno male, suvvia che sarà mai, il suo volto assumerà un’espressione inusuale, attraente, non la solita, la sofferenza imbellisce. Un uomo non vive soltanto di cenette e casa brillante, un uomo ha altre esigenze, e lei sa che glielo dico per il suo bene. Sorrida, per Dio, sorrida, che sta arrivando.
IX.
Mia cara, avrebbe tutte le ragioni per essere felice, non avverte nell’aria un profumo nuovo? Se tende appena l’orecchio sentirà le gemme schiudersi, i petali dei ciliegi che si muovono verso il sole e le rondini garrire e segnare l’etere di scie brune.
Le gote dei bambini rosate simili a frutti succosi che vien voglia di morderle. E che leggerezza! Pervade ogni cosa. Anche il passo è più lieve, e così il sonno.
Spalanchi le finestre, sposti le tendine, le ravvii come farebbe con una ciocca ribelle e guardi, guardi fuori.
Ah, non può? In effetti, le contusioni non vanno d’accordo con i raggi ultravioletti. E con gli occhiali da sole non è la stessa cosa, visioni oscurate, opacizzate, no, non distorte, la privazione del colore rattrista.
Io glielo dico, senza la solita acrimonia, che se le è oscuro il concetto usi quel vocabolarietto messo in bella mostra nella libreria, ché i libri non sono mica tappezzeria, vanno aperti, sfogliati.
E se lo lasci dire: non è possibile che un uomo si svegli al mattino già nervoso e le molli un ceffone così come scaccerebbe una mosca fastidiosa. Mi consenta, mia cara, è difficile prenderla sul serio. Stia invece attenta a quella scala che ha voluto a tutti i costi, perché faceva tanto stile anni trenta, è facile cadere e slogarsi una caviglia, ah, è rotta? Ecco, glielo dicevo di prestare più attenzione.
X.
Mia cara non posso assolutamente credere che lei riesca a vedere con quella benda nera sugli occhi. Che forse la usa per dormire?
Sì, certamente la luce durante le ore notturne può disturbare il sonno, ma è mezzogiorno e lei rischia di spezzarsi (ancora) una gamba.
Glielo dico spassionatamente sciolga il nodo e guardi le cose come sono; non spariscono le nubi soltanto desiderando il sole, e nemmeno quelle orribili teiere che le ha regalato sua suocera. Figuriamoci quindi se suo marito può essere ridotto ad una strisciolina scura. Li apra i suoi occhioni viola e smetta di fare le fusa, tutte quelle vibrazioni sono dannose per il suo equilibrio. Spacchi le teiere che si sa il tè rende nervosi. E dica a suo marito che anche un caffè amaro ha il suo perché.
Vuoi star zitta per favore? Ma è certa che le abbia detto proprio così, glielo chiedo spassionatamente mia cara, riesce a ricordare anche il tono?
XI.
Vuoi star zitta per favore? Ma è certa che le abbia detto proprio così, glielo chiedo spassionatamente mia cara, riesce a ricordare anche il tono? Sussiegoso e algido al contempo, direi un perfetto esercizio di bilanciamento. È sicura di non averlo intontito con le sue chiacchiere, è notorio che un uomo alla fine di una giornata di duro lavoro, non desideri altro che allentare il nodo della cravatta, lanciare scarpe e calzini e accomodarsi a desinare. Ah come dice? Lo aveva cercato in ufficio e la segretaria non sapeva dove fosse. Le mogli non chiamano in ufficio, non rientra nel decalogo matrimoniale, semmai il contrario. E poi direi che è stato educato, le ha detto persino per favore!
XIII.
Mia cara, glielo dico spassionatamente, faccia attenzione, non le venga in mente di indossare indumenti di tessuto sintetico, danneggiano la sua pelle delicata e spesso sono capi dozzinali, senza alcuna storia o glamour. Non ultima e importante notizia è che sono estremamente infiammabili. Senza acrimonia, aggiungo, anche se lei dovrebbe saperlo già, che i giorni da leoni son finiti da un pezzo, soltanto pecore cieche ramingano, pertanto tenga il capo chino e odi il suo nemico a labbra strette.
Ricordi che succederà ancora, la banalità dell’inferno incoraggia il suo ripetersi,
Ricordi che succederà ancora, la banalità dell’inferno incoraggia il suo ripetersi,
prepari il pranzo e regoli bene le spezie, non si sa mai cosa possa risvegliare il mostro.
XIV.
Vi fa ombra il cappello, le labbra imbronciate, il collo appena rigido. Avete perduto la vostra sciarpa mia cara.
La fascia multicolore mi ricorda la stagione di caccia, il richiamo del corno, il silenzio che precede l’attacco, i pavoni innamorati della loro coda. Non vedo ma immagino i vostri occhi. Avete pianto vero? Me lo dicono i vostri capelli pacifici, straniati, come se appartenessero ad un’altra. La stagione della morte, la sintassi del dolore, mai un punto fermo.
Ah, dite che sono passato al voi? Che prima ci davamo del lei. Avete ragione mia cara, ve lo dico senza acrimonia, bisogna che vi teniate a distanza. È questo un tempo di strane attrazioni mortali. Restate viva, restate lontana dagli uomini, anche da me.