L’amore imperfetto
Dopo attente somministrazioni per niente centellinate di libri rosa e film a lieto fine sono arrivata alla conclusione che, anche se l’amore perfetto esistesse, io continuerei a preferirgli l’amore imperfetto.
L’amore imperfetto mi ha insegnato qualcosa su di me. Non è stato facile, ci sono ancora quantità moderate di occhi che guardano esasperati al cielo, qualche muso lungo, braccia incrociate al petto, piedi che misurano nervosamente il perimetro tra i due, qualche grido soffocato e qualcuno che ha preso coraggio ed è uscito a pieni polmoni. L’amore imperfetto, quando è quello giusto, riesce anche ad essere pieno. Non mi ha comprato dei fiori, ma una volta mi ha comprato un dolce al cocco alla pasticceria del centro per il solo gusto di vedermi assaggiarlo per la prima volta.
Poi c’è stata quella volta quando ho fatto una manovra sbagliata e ha rivolto gli occhi al cielo soffocando un lamento, chi lo sa. Volevo scendere dalla macchina, restare lì in mezzo alla steppa e a quelle quattro case per il solo gusto di dimostrare che sapevo manovrare le mie gambe. Spesso la pazienza c’è nei momenti sbagliati, quando quasi non serve per poi mancare all’improvviso nei momenti cruciali. Non c’è niente che somigli ad una pubblicità, al tempismo perfetto dei film. Parole dette troppo in fretta ed emozioni bloccate alla gola. L’amore imperfetto è anche questo, ma non si dispera. Si corregge da solo, poco a poco recupera i giorni cattivi. Prende un giorno qualunque fatto di sveglie, uffici, consegne e freddo e ci aggiunge un po’ di sushi, una chiacchiera calda in cui si confondono i dettagli cattivi, le smorfie, la fretta e tutto scorre lento seguendo un ritmo storto che esiste solo in quel giorno di quel mese e di quell’anno. Ci sono molti plurali in questo “noi”, molti progetti, ma continuano ad esserci tanti singolari: io, tu. I tuoi sogni, i miei. Si mescolano come possono senza mai perdere identità, peso e corpo. Mi piace anche quando si scontrano.
Io mi accontento delle commedie, piango tutte le mie lacrime. Tu mi ricordi che è finzione, che sono ipersensibile, che un giorno piangerò anche se un cane dall’aria tenera mi passa davanti. Io ti rispondo che sei cinico, devi lasciarti andare. Si legge per scappare, si guarda un film anche per pura catarsi, lacrime leggere. E continuiamo così, costruiamo equilibri e li distruggiamo, parliamo sottovoce e ci giriamo dall’altro lato. Giorni pieni di foto, gite in barca, quella mousse al cioccolato, e giorni di corsa, accendi il computer, controlla l’ora che fai tardi, occhio alla scadenza che devi consegnare quei documenti. La vibrante voce dell’Amore parla sottovoce, un soffio appena udibile, non può mica urlare sempre.
La mia idea di Amore imperfetto è più o meno così. Ammaccato, liscio, qualche bitorzolo nel mezzo, ma in continua espansione. Non avrà mai la colonna sonora delle pubblicità, però a giudicare dal trailer, occhi roteanti a parte, non sembra così male.