Greco Eroe d’Europa
Grecia. Una parte del mio cuore, alcuni dei miei ricordi più belli, la mia isola prediletta, Cefalonia, viaggi, affetti, esperienze. Ma la Grecia è qualcosa che va oltre i percorsi individuali. È l’origine della Cultura Occidentale, è l’uomo che si evolve, si eleva e diventa migliore di quello che era, senza possibilità di tornare indietro.
Per tutto questo e per molto altro, mi fa enorme piacere raccontare su Facciunsalto.it di Francesco De Palo, di Bari, 40 anni, giornalista, blogger e scrittore, un brillante italiano che della Grecia ha compreso l’essenza profonda e che ha scritto un libro che deve essere letto. Per capire l’Europa di oggi, gli scenari economici e sociali che si sono creati, ma anche per capire, di più e meglio, da cosa veniamo.
Greco, Eroe d’Europa, edito da Albeggi Edizioni.
amare la Grecia forse era nel mio destino di sognatore innamorato di mari, templi e simposi. L’ellenismo oltre che una passione è uno status oggettivo. Come milioni di cittadini del mondo, anche io sono figlio della Grecia
È uscito due anni fa, ancora estremamente attuale. Una fotografia della Grecia di oggi, fatta di scandali, malgoverno, corruzione, ma anche di straordinario coraggio, non solo per gli esempi gloriosi del passato ma anche del presente. Sulla copertina, i riflessi di un’acqua cristallina e poi uno strappo, dal quale fuoriescono mani con il palmo aperto: è il gesto della mounza, una protesta-insulto divenuto simbolo della reazione alla troika e al Governo di Atene durante i giorni dei raduni in piazza, quando i greci si facevano fotografare con le mani alzate contro il Parlamento. Tutti abbiamo nel cuore il coraggio con cui Leonida alle Termopili pronunciò la celebre frase “Veniteci a prendere!”, o quello di Athanasios Diakos, uno dei protagonisti della resistenza greca contro i turchi, con la sua “Nato greco, morirò greco”. Di contro però, questi anni pesanti e tristi ci parlano di una terra dove oggi è tornata la tubercolosi, dove i malati di cancro devono pagare la chemioterapia, dove sono aumentati esponenzialmente i suicidi e un greco su quattro vive con meno di seicento euro al mese, dove in alcune scuole di Atene i bambini si accasciano sui banchi per la fame. E poi il problema dei migranti, in Grecia come in Italia, con le conseguenti derive xenofobe rappresentate tra gli altri da Alba Dorata. Francesco sostiene che proprio da questa Grecia in cui si forgiò la prima forma di unione europea, proprio da questa crisi, occorra far partire una nuova strategia, anche prevedendo l’eventualità di un doppio binario di Unione, per un nuovo Rinascimento “euromediterraneo”. Perché l’Europa, o è Mediterranea, o non è.
Quando ho conosciuto Francesco, mi ha subito colpito la sua evidente, sincera, straripante passione per la Grecia. Gli ho chiesto da dove nasca.
“Dopo gli studi classici ho sposato una donna italoellenica e il cognome di mia madre profuma evidentemente di Ellade (Mannarini, madre di pace, mana e irini). Ma in realtà amare la Grecia forse era nel mio destino di sognatore innamorato di mari, templi e simposi. L’ellenismo oltre che una passione è uno status oggettivo. Come milioni di cittadini del mondo, anche io sono figlio della Grecia. Sono nato a ottanta miglia nautiche dalle coste elleniche, in Puglia, ho versato lacrime sotto l’Acropoli e ai piedi dell’Oracolo di Delfi, ma non per polverosa retorica, bensì per la meraviglia che mi ha colto come un tuono quando ho toccato per la prima volta due santuari della civiltà. La Grecia è il pan, è tutto. È nei nostri occhi con i colori prismatici delle isole, è nella quotidianità dei termini che tutti usiamo, è nelle tesi di Keplero e di Leonardo che sui testi greci hanno studiato, è nell’incantevole aroma delle spezie che ci rapisce quando chiudiamo gli occhi e pensiamo all’istmo di mondi che in Grecia hanno trovato sintesi, è nell’avanguardia di Socrate e Alessandro Magno, di Eraclito ed Eracle, è nell’icona di un mare color blu cobalto, è in mille altre pagine. I greci dei mille difetti, degli scandali, delle tangenti e dei debiti hanno però una dignità che mai nessuno potrà pignorare loro.”
Chiedo a Francesco cosa sia cambiato oggi, nel 2017, rispetto a qualche fa, anno quando scrisse il libro.
“Il bubbone del 2012 è definitivamente deflagrato, a causa della deficienza della politica e dell’assenza di un seme imprescindibile che si chiama cultura. La politica, se alta, deve indicare rotte non scorciatoie. Nessuno in Grecia ha avuto il coraggio di dire siamo falliti. In questo triennio solo annunci di un cambiamento che non solo non è arrivato, ma sta portando un altro memorandum, altre tasse e altri debiti infiniti che finiranno di schiacciare anziché far rialzare.”
In Grecia non si beve per sbronzarsi, ma per vivere. La taverna è il ritrovo sociale per eccellenza, una sorta di agorà serale
E dunque, esiste una pur piccola speranza che la Grecia possa superare questa crisi?
“L’Europa ha imboccato una via senza uscita, perché continua a sbagliare tutto. Si può dirlo senza essere tacciati di populismo? La Grecia potrebbe smarcarsi dal fardello del debito con due strade: una rinegoziazione di quanto deve restituire (che tutti sanno non riuscirà mai a fare) ed una seria programmazione di riforme. Nessuno investe un euro sul turismo autunnale in Grecia e sul turismo legato ai percorsi culturali, che dal punto di vista naturalistico ed ideale non hanno eguali. Non so quanti abbiano avuto la fortuna di leggere qualche pagina de La Repubblica di Platone sul monte Parnassos, davanti alla grotta del dio Pan dove ha trascorso una notte Alessandro Magno. O quanti abbiano scalato il monte Olimpo con una guida che legge pagine di filosofia. La volgarità della classe dirigente ellenica si è mescolata torbidamente con l’ingordigia di Berlino che, in spregio ai miliardi per i danni di guerra che dovrebbe restituire ad Atene, continua a dettare legge indisturbata, anche grazie all’insipienza di chi non fa gli interessi del proprio popolo.
Il modo in cui mi accenna a Delfi, l’incanto con cui parla di filosofia, mi porta a chiedergli cosa lo emozioni tanto e quali siano le prime cose che istintivamente gli vengono in mente tra quelle che ama di più: “Arte, musica, profumi, amici. Solo Vinicio Capossela negli ultimi anni si è accorto della sterminata verve del rebetiko, figlio di quel bouzouky che in Grecia è principe. Il bouzouky è miele dell’anima, perché racconta in note e parole, tutte le fase della vita umana. La nascita, l’amore, i sogni, le delusioni, gli sforzi, l’amicizia e la morte. Una bibbia musicale che i greci, dopo ogni cena, amano sfogliare con versi che ormai abbiamo mandato a memoria grazie al grande Vassilis Tsitsanis. E poi il vino. In Grecia non si beve per sbronzarsi, ma per vivere. La taverna è il ritrovo sociale per eccellenza, una sorta di agorà serale dove ognuno getta al centro della pista tutti i propri guai. Per poi lì fare sintesi, unirsi e riunirsi con le braccia sollevate in quel trionfo sociale che è il sirtaky.
In questi anni di crisi che ho raccontato sui giornali italiani mi hanno fatto male i luoghi comuni sui Greci, che i fatti stanno smentendo. Rinascere non è un’utopia, ma un dovere”.
Zito Ellada, Francesco, viva la Grecia