Lo Schiaccianoci, una magia da sold out
Uno spettacolo molto più che uno spettacolo. Un evento che va oltre l’evento stesso. Lo Schiaccianoci, firmato Charles Jude, direttore del Balletto Nazionale di Bordeaux la favola eterna di Natale, ha fatto registrare il sold-out al Teatro San Carlo di Napoli. Ed in effetti il colpo d’occhio è da mozzare il fiato. Nella cornice di uno dei più famosi teatri al mondo, in platea e sui palchi, fin su la piccionaia, non c’è un posto libero. Con i miei occhi assisto all’arrivo di persone provenienti da ogni angolo del mondo. Russi, giapponesi, americani, non si sono fatti sfuggire l’occasione di assistere a questa rappresentazione oramai leggendaria. In platea si scorge anche il sindaco Luigi de Magistris, che non risparmierà applausi alla compagnia.
Lo Schiaccianoci è diventato uno spettacolo tradizionale del Teatro San Carlo di Napoli, un fiore all’occhiello che nel periodo di Natale diventa un appuntamento immancabile. La storia del balletto narra del viaggio onirico che la giovane Marie Silberhaus fa nella notte del ventiquattro dicembre, dopo una grande festa organizzata dai suoi genitori , quando tutti gli invitati sono andati via. Lo zio della fanciulla, Drosselmeyer (primo ballerino Edmondo Tucci), un po’ mago, le ha regalato uno strano schiaccianoci a forma di soldatino che prende sembianze umane allo scoccare della mezzanotte. Inizia così il suo incredibile sogno, ricco di paure, fantasie, timori e storie fantastiche. Il sogno segna il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta e ciò traspare anche dall’albero di Natale che si trasforma nel celebre albero della vita di Klimt. Inizia il combattimento fra il Re dei Topi (Massimo Sorrentino) e dei topini (i piccoli allievi della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo diretta da Stéphane Fournial) e i soldatini di stagno con a capo Alessandro Macario. Da qui in avanti si susseguiranno tutte le altre avventure sognate da Marie.
Sul palco ballano leggiadri ed armonici Ekaterina Oleynik e Alessandro Macario. Notevole energia ed immensa passione traspare dal lavoro svolto dagli allievi della Scuola di ballo del San Carlo e il pubblico sembra apprezzare molto questa versione ambientata negli anni ’30, dallo stile retrò, a tratti cinematografici. Ad aprire la scena infatti c’è una proiezione a sipario chiuso del logo scintillante dello Schiaccianoci, che ci fa ben capire quale sarà il registro della messa in scena. Il sipario si apre e al centro della scena alberga un lungo tavolo da buffet, mentre sul fondo ci sono alte vetrate. Gli invitati sono vestiti in maniera egregia ed elegante da Giusi Giustino, e danzano in maniera spiritosa proprio come fossero all’interno di un vecchio film. Marie, interpretata da Ekaterina Oleynik, solista dell’Estonian National Ballet, gioca con le amiche e con il fratello dispettoso Fritz interpretato da Salvatore Manzo.
Il direttore Giuseppe Picone e il coreografo Charles Jude possono ritenersi soddisfatti del loro operato, vista la continua presenza di persone accorse all’evento che hanno fatto registrare il tutto esaurito in tutte le serate.
Il primo atto è romantico ed etereo, impalpabile come i primi fiocchi di neve che cadono in una notte invernale.
Il secondo atto si presenta più intenso e vigoroso. Sul palco si avvicendano danze provenienti da ogni parte del pianeta. Tra tutti è da lodare il passo a due spagnolo in cui Candida Sorrentino interagisce con Stanislao Capissi legandosi ad esso in maniera efficace. Davvero notevole.
Il finale non riserva sorprese: l’ottima tecnica dei protagonisti e l’incredibile intesa fanno sognare gli spettatori in sala che applaudono, in maniera sentita e partecipata, ballerini ed orchestra.
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