La notte della Vecchia Signora
È la notte della Vecchia Signora.
Il tripudio di luci iniziato qualche giorno fa resiste, ma ha le ore contate.
Le luminarie delle feste natalizie non mancano mai, nemmeno nei tempi di crisi. Tornano tutti gli anni a colorare le nostre serate, regalandoci un’illusione di allegria. Una vera forma di esorcismo contro le brutture del mondo, come se tutte quelle lucine colorate e a tratti singhiozzanti avessero il magico potere di cancellare tristezze e miseria per esaltare solo il clima caldo della Festa per eccellenza, quella della Natalità.
Negli ultimi tempi il via agli addobbi è sempre più anticipato, ci si ritrova a novembre che già qualche finestra ammicca dapprima in solitaria, poi via via sempre più in compagnia. Forse un pizzico di esagerazione impera, dopo tutto, nella smania natalizia.
Ora però il Natale se n’è andato, dopo averlo tanto atteso. E pure Capodanno ci ha salutato, tra botti vietati e spettacoli pirotecnici che oscurano per un pochino pure le luminarie. Le quali però restano ancora qualche giorno. In parte per accompagnare il nuovo anno bambino nei suoi primi passi pieni di speranza. E in parte perché aspettano l’arrivo della Vecchia Signora, prima di andare a riposare negli scatoloni in soffitta un anno intero.
La Vecchia Signora passerà stanotte. La stiamo aspettando in tanti.
La Vecchia Signora passerà stanotte. La stiamo aspettando in tanti.
I bambini vorrebbero stare svegli tutta la notte per vederla arrivare a cavallo della scopa. Già se lo chiedono come fa a non ammalarsi, volando senza riparo con questo freddo. Ma la Vecchia Signora è intabarrata nel suo scialle, freddo non ne ha e poi è riscaldata dalle luminarie, che per questo motivo resistono anche dopo Natale e dopo Capodanno: proprio per scaldarla e indicarle la via.
Certo, le lucine ammiccanti rischiano di farla andare a sbattere da qualche parte nell’istante in cui sono spente, in fondo parliamo di un’anziana donna che ci vede poco e ci sente ancora meno a causa degli anni, dei secoli che si porta sulle spalle. Però finora è andata bene e le luci di Natale sono state sempre più di aiuto che d’intralcio.
Non dimentichiamo che la Vecchia Signora ha anche un gran peso da trasportare, un enorme sacco pieno di regali che chissà come fa, con tutta quell’artrosi che si ritrova nelle ossa centenarie. Speriamo che non resti impigliata nei fili delle luminarie. O in quelli della luce. O in quelli per stendere la biancheria. E che riesca a schivare tutte quelle antenne. La Vecchia Signora è costretta a essere anche atletica e a praticare un po’ di slalom fra le antenne che infestano i tetti e le terrazze come boschi malefici. Non ha una vita facile la Vecchia Signora, in quell’unica notte di lavoro che le tocca. Perciò tutto sommato se le luci di Natale le danno una mano a indovinare i camini giusti, mica le dispiace. In fondo la fatica è solo sua.
Mi piacerebbe dare una mano alla Vecchia Signora.
Anche io l’aspettavo da bambina, lottando contro il sonno perché la volevo vedere con i miei occhi, anche se mi faceva un po’ paura quell’immagine di vecchia sdentata e forse anche sgarbata. Non ce l’ho mai fatta. Perciò vorrei riuscirci ora. E aspetto qui, alla finestra, in compagnia degli ultimi bagliori natalizi, spiando fra i tetti e le terrazze.
Se la vedo passare questa volta non le chiedo regali, ma solo di farmi salire sulla scopa, di farmi fare un volo insieme a lei per vedere se davvero non si prova freddo lassù, avvolti dal calore dell’amore di grandi e piccini che con i loro cuori e i loro sogni fanno vivere il mito.
Vorrei vedere insieme a lei le luci dall’alto, prima che si spengano per un anno intero e si ritorni nella banalità di un gennaio lungo e gelido.
E vorrei vedere come fa l’Epifania tutte le feste a portarsi via. Dove le mette? Nel suo enorme sacco? E dove va per i restanti 364 giorni?
Cara Vecchia Signora, preparati a farmi spazio. A farmi volare.