Libellula e Quibruttula. Favole di respiri incrociati
Le favole sono cose serie.
Un cielo di ghiaccio si stende lungo i piedi della collina.
La notte è pesante come basalto trasparente. Il buio fitto viene accecato da bagliori istantanei sulla linea dell’orizzonte, lontanissimi.
Due delicati respiri, profondi e caldi, formano condense di vapore.
Travi sconnesse di legno emaciato, pezzi di lamiera ammonticchiata, gocce di acqua raggelata fanno da tetto di scampo.
Siamo sulla via di Damasco, cinque esseri viventi spartiscono un riparo di fortuna. Un uomo, una donna, un bambino. Due bestie ruminanti.
Silenzio, profughi tutt’attorno.
Aleppo brucia dietro la collina.
L’uomo mastica e sputa il filtro di un mozzicone appena spento. La donna, sfinita, stacca dal capezzolo del seno destro le labbra serrate del figlio, mezzo addormentato e mezzo assiderato.
Le favole sono cose serie.
Libellula sbadiglia, Quibruttula le rivolge uno sguardo distratto e rumina uno sporco pezzo di cartone. Le condense di vapore di quei respiri animaleschi mantengono la notte insonne dei tre profughi sulla linea di galleggiamento. Non sprofondano ancora nel sonno che li circonda da ogni lato, perchè più forte del sonno è la paura, più forte della paura soltanto la brina ghiacciata che si è formata attorno ad ogni cellula del loro corpo.
Ma sono vivi. Sono ancora insieme.
Aleppo brucia dietro la collina. Assad sterminatore di bambini, Putin bombardatore di corsie, barelle, medici e ammalati. Erdogan flagello dei Curdi e di ogni opposizione. Teheran finanziatore di stupri, Riad manovratore di sciabole, Daesh mozzatore di teste e taglia gole.
Sono questi i mostri dalla mille bocche che vogliono divorare i sogni interminabili dei bambini, sfregiare la struggente bellezza delle donne, fiaccare la forza calma degli uomini giusti.
Ma i profughi sono ancora vivi questa notte.
Questa prossimità custodirà le particelle di spirito che li avvince in un solo abbraccio.
La paura li circonda, il gelo li trafigge, i mostri li minacciano, ma i centimetri che separano i loro tre cuori sono pochi come le stelle veramente luminose di questo cielo di guerra. Questa prossimità custodirà le particelle di spirito che li avvince in un solo abbraccio. Questa prossimità è salvacondotto verso il futuro.
Questa prossimità è la favola seria che va raccontata.
Libellula e Quibruttula, roteando le code stancamente, continuano a insufflare nuvole di vapore tutt’attorno, come a nascondere da occhi di orco il miracolo di una sopravvivenza. Il sonno piano piano bacia le palpebre del bambino, accarezza il collo della donna, sfiora la barba ispida dell’uomo e trascina tutti dentro di sè.
Il drago anche stavolta è stato sconfitto dal calore di un respiro incrociato.
Non l’avrai mai vinta, brutto inventore di incubi. Non sarà tua l’ultima parola su questo mondo di tragedie, olocausti e dolori infiniti. Mostro avvilente non riuscirai a spezzare la resistenza ultima della nostra speranza.
Il drago anche stavolta è stato sconfitto dal calore di un respiro incrociato.
I nostri figli cresceranno sfidando il tuo sguardo senza pupilla e senza luce. Non faranno mai un passo indietro. Li troverai a combattere ancora la nostra battaglia contro di te. Ti sorprenderai di fronte alla loro coraggiosa fierezza.
Il tuo marchio di fuoco putrido sarà forse ogni volta più feroce, ma non rimarrà che un solo istante impresso sulle nostre fronti. Perchè grande come la morte è l’amore e il suo sigillo è più profondo di qualsiasi infamia, più vasto di qualsiasi oceano.
Più semplice di qualsiasi abbraccio.
Auguri a tutti e buon Natale.