Il destino non esiste. O forse si
-Sai, Caio ha detto l’altro giorno, dopo la vittoria in semifinale, che ora potrebbe anche morire e morirebbe felice. Però, anche se ha detto una bella cosa, è un gran figlio di buona donna: ha appena diramato le convocazioni per la finale di andata a Medellin. Non ci porta.
-Che stronzo, io almeno ho la caviglia gonfia ma tu e Claudio… voi meritavate di andare. Io al posto suo, da allenatore, avrei portato pure i ragazzini delle giovanili, pensa un po’. Tutto il Chape al completo, tutti felici verso la Colombia. E però suo figlio Matheus lo porta, guarda un po’.
-Macché, quello scemo ha dimenticato il passaporto e non l’hanno fatto salire sull’aereo, non parte. Che ridere, ben gli sta per suo padre! Tra l’altro così Caio obbliga a rinunciare alla festa pure fisioterapisti e il magazziniere, che devono restare qui con noi. Tutti avremmo meritato di essere presenti a questo appuntamento storico, per noi, per il club, per il Brasile tutto
-Eh sì, il Destino ci è ostile, caro Marcelo.
-Speriamo che i Nostri ce la facciano a tornare da Medellin con un buon risultato, così poi vinciamo la coppa al ritorno in casa
-E li alla festa ci saremo anche noi! Lì non c’è destino che tenga, né allenatore o infortuni!
-Il Destino non esiste, ce lo costruiamo noi!
-Non sempre, Marcelo, non sempre…
-Guarda, i ragazzi hanno appena mandato il video dall’aereo, stanno partendo
-Che invidia, come vorrei essere lì con loro, in volo verso la gloria e il destino…