Il primo bacio
Quei due ragazzi si stanno baciando. È un po’ che si fanno moine e tenerezze, bacetti e carezze, ma ora si sono incollati in un bacio che sembra non voler finire mai. Chissà se è il loro primo vero bacio.
Non si preoccupano di trovarsi su un marciapiedi, vicino a una strada trafficata, in quel tardo pomeriggio che è da sempre l’ora di maggior traffico, quando in tanti tornano a casa dalle loro faccende e dal loro lavoro. I ragazzi non si preoccupano di essere visti. In questo momento si trovano in un universo a parte, su una nuvola rosa, senza nessuno intorno. Loro due e niente altro.
Lui è alto, biondo, una massa di capelli in disordine, un giubbotto lungo verde aperto. Lei è molto più bassa, non troppo esile, con lunghi capelli scuri e lisci, ha jeans a pelle, forme piene, ballerine rosse ai piedi e un piumino pure rosso. Diversi, colorati, complementari.
Lui si curva in avanti, mette la gobba pur di baciarla. Lei si alza sulle punte dei piedi, ma la disparità di altezza resta e comunque non sembra essere un problema. Si baciano e restano incollati lì, sotto gli occhi di tutti, incuranti del mondo.
Avranno poco più di vent’anni. In due non fanno di sicuro mezzo secolo di età. E sono bellissimi.
Avranno poco più di vent’anni. In due non fanno di sicuro mezzo secolo di età. E sono bellissimi.
Il bacio è il primo contatto amoroso di una certa consistenza, diciamo così, soprattutto quando è il primo di un’infinita serie all’interno di un rapporto che si sta formando. Escludiamo a priori ciò che è avvenuto in precedenza: le occhiate languide, sguardi che brillano e parlano, fuggevoli carezze dal significato incerto (casuali o volute? Tenere o distratte? Allusive o insensibili?). Qui parliamo di un contatto sensuale e al contempo dolce, rassicurante. È un contatto da brivido, da black out, che fa saltare le difese, segna la resa totale e accende i fuochi d’artificio.
Non lo so, dicevo, se quello fra i due ragazzi qui sul mio marciapiedi sia il primo “vero bacio”. Di certo è molto impegnativo, molto sentito. E coinvolgente pure per chi si ritrova involontariamente a guardare. Sì, potrebbe benissimo essere il primo, tutto sommato. Si vede chiaramente che i due stanno levitando a due spanne da terra, che navigano in acque limpide senza fondo,
Nel bacio di due innamorati ci si può perdere, per condivisone e solidarietà di emozioni, si può pure sprofondare nella nostalgia. Non si rimane mai indifferenti.
Chi non ha mai avuto un amore cerca di fantasticare, osservando, come potrebbe essere.
Chi ne ha avuti molti ricorda sempre soprattutto il primo bacio di ciascuno di loro. Perché è il primo che ti apre una finestra su un altro mondo.
Questo primo, insolito contatto è una vera scoperta, un oceano di sensazioni nuove. Si assaggia un gusto nuovo: ognuno di noi ha un retrogusto personale, e non ci sono baci uguali. Tanto che, se ci sono stati precedenti, si fanno involontari e inevitabili confronti. Non è per malignità, succede. Di solito però capita con ogni primo bacio; dopo diventa una nuova, piacevole abitudine e si dimentica il passato.
Quanto tempo è passato? Pochi secondi, qualche minuto? Mi sono persa nelle riflessioni, ma i due ragazzi sono sempre lì. Quanta tenerezza… e un po’ d’innocente invidia per queste prime forti emozioni. Nel tempo chissà, si baceranno ancora con sempre meno passione, per abitudine, sia pur piacevole, ma frettolosamente, a volte distrattamente, perché i fatti della vita (figli, lavoro, mutui, bollette) avranno la precedenza su un momento così intimo che richiede tempo e dedizione. E poi succederà che si conosceranno a memoria, l’effetto dei baci non sarà più così travolgente come il primo, come questo, dato in mezzo a una strada incuranti di tutto e tutti. Succederà che forse ci saranno baci inutili.
Succederà che forse ci saranno baci inutili.
Oppure questi ragazzi saranno fra i fortunati che invece continueranno ad avvertire quel brivido, quella scossa, quella leggerezza della prima volta. Glielo auguro.
I baci distratti sono una brutta cosa per un amore, come lo è l’abitudine. L’amore non deve mai distrarsi da se stesso, ma di sé deve nutrirsi, per poi estendersi intorno. I baci sono una grande forma di amore. Il primo bacio è il coronamento di un desiderio e un inizio.
Ci sono un sacco di motivazioni scientifiche che giustificano il batticuore, la sensazione di benessere, perfino di felicità che ci prende durante il bacio (e sottolineo io, specialmente al primo). Qualcosa legato a recettori e produttori di endorfine, di messaggi chimici e neuronali, di memoria ancestrale… ma chi se ne frega delle spiegazioni della scienza di fronte a una magia che ha ispirato l’arte nei secoli.
Due ragazzi che si baciano fanno bene al cuore. Fanno venire voglia di ripercorrere quello stesso sentiero dorato. Aveva ragione Prévert a dedicare loro una bellissima poesia. Non c’è studente che non si sia riportato sul diario quei versi incredibili:
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
Io li ho di fronte a me, i ragazzi che si amano e che si baciano in piedi, che non ci sono per nessuno, che stanno dentro l’abbagliante splendore del loro primo amore. Finalmente si sono staccati, e quello che leggo nei loro sguardi me lo conferma: sono proprio loro.
Si prendono per mano e camminano allacciati, in un modo così buffo a causa della disparità di altezza da far sorridere: ciao biondino, ciao moretta. Mi avete fatto venire voglia di un nuovo primo, indimenticabile bacio.