La vita è un sogno
La vita è un sogno? L’ansia, un uccello nero poggiato sulle spalle fino a sera
Cominciammo a fare sogni un po’ strani, non lo confessammo a nessuno.
Avevo sentito le mie unghie conficcarsi nei braccioli della poltrona, e le mani e gli strumenti affilati del dentista, calare dentro la mia bocca
All’inizio la stranezza ci colse con cautela, quella del tradimento, pioggia lieve che illude che ti bagnerai appena invece si era trasformata e aveva assunto la forma di un’onda anomala che ci investì e ci sommerse in proporzioni gigantesche.
Dapprincipio nei sogni si inciampava in piccole difficoltà, di quelle che ti capitano nella vita quotidiana, e alle quali non dai troppo peso.
Un’altra volta ero alla guida della mia auto, arrancavo per una salita ripidissima e la maledetta si spegneva giusto nel momento in cui mi trovavo in cima. Ero caduto dal letto. Mia moglie mi guardava strano.
Si puntarono le sveglie agli orari più improbabili e devastanti, e in quello strano inverno mi ritrovai fradicio di sudore. Altri ancora che credevano di svegliarsi, scoprivano ben presto che lo facevano all’interno di un sogno.
Le occhiaie scure, profonde, e allo specchio mi chiedevo di chi fossero quelle iridi spostate verso l’alto.
Sul volto dei miei vicini o degli sconosciuti incrociati per strada, la stessa espressione stranita. Il sogno dominava le nostre menti eseguendo una continua operazione di rewind il nastro si riavvolgeva per ricominciare implacabile. La parte più inconsistente che potessimo produrre ci lasciava addosso solchi, linee di un binario che non conduceva in nessun luogo. Concentrarsi sulla realtà era divenuto impossibile.
Così cominciammo a ritardare il momento del riposo notturno, seduti in poltrona dinanzi ad una TV che ci osservava sgambettante e demenziale, noi non la vedevamo, automi con libri ripescati dopo anni, ingerivamo parole senza comprenderne il significato.
Stavamo per perdere la dimensione temporale, lo spazio si dilatava come una bolla sul punto di scoppiare. La percezione di noi era distorta. Avevamo gli occhi fuori dalle orbite.
L’ultimo pensiero di lucidità attraversò la mia mente come fa una scarica elettrica, rapida, fulminea: la vita è un sogno, ma chi aveva detto questa frase? Se lo avessi avuto tra le mani lo avrei gettato da una torre, quella in cui mi ero rifugiato inseguito da qualcuno che cercava di sfuggire a un sogno precipitato in un altro sogno.