Il primo giorno
Il primo giorno di scuola avevo delle fitte allo stomaco, gli occhi impauriti e pieni di sonno e pensavo di non poter arrivare alla fine della giornata, soprattutto dopo che mio nonno sgattaiolava via dalla classe fingendo di andare a prendere delle caramelle. Eppure sono sopravvissuta. Ho trovato la persona con cui condividere la mia sirena con una coda fucsia bellissima.
Il primo giorno in qualsiasi sport abbia fatto avevo le mani sudate, la paura di essere la più imbranata del gruppo, la più lenta, la più goffa. Eppure sono sopravvissuta. Qualche pallonata sul viso, ma ce l’ho fatta.
Il primo esame sembrava la fine del mondo. La sera prima sognai di fonemi, definizioni e nomi di linguisti che si perdevano nel buio di un sonno tutt’altro che calmo. Eppure sono sopravvissuta ad innumerevoli giorni d’ansia, la mano tremante che scarabocchiava le risposte sul foglio e una classe ammutolita e sgomenta.
E allora perché continuiamo ad avere paura? Perché ogni volta pensiamo di non farcela?
Il mio primo giorno di lavoro mi sono svegliata due ore prima della sveglia, dolori allo stomaco, vestiti già preparati sulla sedia e la convinzione di non essere adatta. Ho pensato di perdermi più volte, nonostante vivessi poco distante. Mi si è fermato il respiro quando ho fatto i primi pasticci, tutto in nome dell’apprendimento. E se non imparassi mai? E anche quel giorno è passato. E se ne è portato dietro altri.
Altre paure che si addensano alla bocca dello stomaco. Pensieri che si formano prima in luoghi tenebrosi e solo dopo, con un po’ di coraggio, arrivano alla testa che li rinnega. Ma loro continuano ad espandersi, a riprodursi senza il permesso di nessuno. Abbiamo le prove, siamo sopravvissuti a così tante prime volte. Cose che, quando guardiamo indietro, ci sembrano impossibili tanto sono grandi. Abbiamo fatto pure quello. Le mani fredde, la poca salivazione, il cuore che batte così forte da creare impercettibili movimenti sul collo. Impercettibili per chi ti vede, ma non per te.
E allora perché continuiamo ad avere paura? Perché ogni volta pensiamo di non farcela?
Se aspettavate una risposta questo è il posto sbagliato. Io vi faccio le domande, me le pongo e ve le rigiro, vi do le mie mani fredde, quel senso di inadeguatezza di quando avevo gli occhiali, i capelli legati ed ero l’ultima della fila durante l’ora di educazione fisica perché non sapevo fare gli esercizi.
Ne è passato di tempo. Ma non per certe cose. I primi giorni restano sempre tali, potrei perfino impararlo questa volta.