L’Odissea a/r : Emma Dante al Bellini
Non capita tutti i giorni di poter assistere ad uno spettacolo corale, sì fatto. Al Bellini di Napoli si può vivere invece questa esperienza, assistendo a Odissea a/r di Emma Dante. Dall’8 al 13 novembre infatti la grandiosa regista siciliana, dà vita alla sua giovane creatura. Sul palco si esibiscono ventitré professionisti, straordinariamente incisivi, che fanno parte della Scuola dei “Mestieri dello Spettacolo del Teatro Biondo di Palermo”, di cui lei è direttrice. E si percepisce subito quanto sangue e sudore serva per diventare bravi, credibili, penetranti.
Dopo una giornata di pioggia intensa è la serata perfetta per sprofondare nelle poltrone rosse di questo storico teatro partenopeo. Si ha voglia stasera di partire e andare lontano. Sì proprio come Ulisse.
Emma Dante, legata già in passato alla mitologia greca, riprende uno dei più famosi racconti greci, racconta in questa rappresentazione la Telemachia, ovvero il viaggio di Telemaco, partito alla ricerca di suo padre Ulisse.
In un’epoca come questa in cui gli uomini sono in profonda crisi, appare evidente la riflessione della regista sul rapporto tra adulti e giovani, soprattutto per ciò che concerne la paternità, in un mondo che era precario tanti anni fa e lo è ancora ai giorni nostri.
Emma ci fa dimenticare il viaggio in quanto tale, ma punta il riflettore sull’aspetto umano dei personaggi che animano la scena. L’andata e il ritorno non sono semplici azioni, bensì vere e proprie trasformazioni. Telemaco partendo cambia sé stesso e diventa adulto, mentre Ulisse tornando muta il proprio essere diventando finalmente padre.
Emma Dante dice: «Odissea a/r è il viaggio che ogni essere umano fa nel corso della vita. È il poema che ci ha permesso di interrogarci sui percorsi che segnano il destino, dove il motore di tutto è il movimento verso la propria origine. Dopo avere errato vent’anni, Odisseo torna a Itaca e l’incontro tra il padre e il figlio ci permette di assistere all’umanizzazione del mito. Di Odisseo, Penelope e Telemaco scopriremo i lati più teneri e fragili, i loro difetti, le loro imperfezioni. Una madre e un figlio hanno aspettato a lungo il ritorno del mito e, durante l’attesa, hanno cambiato la propria natura».