La settima sinfonia: la musica del futuro
Con il concerto di venerdì 21 ottobre al Politeama Garibaldi di Palermo l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha ripreso il dialogo con i suoi spettatori con regalo eccezionale ai nuovi abbonati della stagione 2016/17.
In programma la “Sinfonia n.7 in mi minore” di Gustav Mahler, di rara esecuzione. Sul podio il M° Simone Bernardini. Un evento eccezionale a cominciare dall’organico impegnato formato da centouno professori d’orchestra e con la presenza di strumenti inusuali come il corno baritono, la chitarra, il campanaccio, il tamtam, la frusta e il mandolino per eseguire forse più complessa delle opere mahleriane . Mahler lavorò alla sinfonia nel 1905 in un clima di “acceso furore” come dichiarò lo stesso dell’autore.
La sinfonia del canto della notte ha segnato una linea di demarcazione nella produzione musicale del compositore austriaco che lascia alle sue spalle le suggestioni melodiche romantiche per affermare la negazione delle certezze proprie del decadentismo di inizio ‘900 .
Malgrado nei cinque movimenti ci siano momenti di alto lirismo apparentemente sentimentale la settima è il grido di dolore dell’uomo “moderno”’ impossibilitato a ritornare ad un passato bucolico. La Settima Sinfonia è nei primi quattro movimenti un tragico e struggente oltre che violento commiato dalla natura; mentre l’ultimo e quinto movimento: il Rondo-Finale Allegro ordinario del primo tempo e l’Allegro moderato ma energico del secondo è una esplosione di suoni espressi con sonorità vigorose e massicce.
“Una sinfonia deve essere come il mondo deve contenere tutto” dichiara Mahler in uno dei suoi aforismi e mai come in questa sinfonia è racchiuso il mondo interiore dell’uomo tra lirismo e amara visione del mondo decadente.
Non è un caso che questa opera sinfonica sia la meno eseguita e non è ancora un caso che tra gli intenditori sia considerata tra i più alti momenti musicali di Mahler quasi a sottolineare la sua complessità fosse un segno di grandezza e l’inizio di un’epoca nuova.
E non è ancora un caso che il Sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Giorgio Pace e il Maestro Simone Bernardini, al suo debutto da direttore stabile dell’Orchestra sinfonica siciliana, abbiano scelto questa sinfonia per dare l’avvio al nuovo corso e alla nuova stagione del Teatro cercando di esaltare l’orchestra in tutte le sue componenti.
Ci accoglie un foyer illuminato a festa , il pubblico arriva numeroso, è una sera di gala ma la sensazione è che i tanti affezionata all’orchestra sinfonica stiano “tornando a casa”.
Sul palco l’intera orchestra si presenta ai suoi abbonati : vecchie conoscenze ma soprattutto tanti giovani.
All’ingresso in palcoscenico dei professori d’orchestra parte un applauso lungo e scrosciante per salutare un’orchestra che ha ritrovato il suo posto nel panorama musicale italiano.
Alla fine dello spettacolo il pubblico ha decretato il successo di un’itera orchestra in splendida forma con quattro lunghi minuti di applausi.
Ottima anteprima per un stagione che si preannuncia ricca di buona musica.