Autostima, che palle!
Ho sempre preso in giro i discorsi pro autostima.
La classica scena del film in cui un personaggio dice all’altro “Ce la farai, sei forte, devi credere in te stesso” o cose del genere, mi sono sempre sembrate delle idiozie, non le capivo. Non avevo ben chiaro il concetto di autostima, non sapevo se ne avevo una buona dose oppure no e non mi ponevo neanche la domanda. Tutto questo fino all’anno scorso, quando ho cominciato ad interessarmi al concetto di dipendenza affettiva, fortemente legato a quello di autostima.
Ho letto qualche articolo e un libro (dalla grafica incredibilmente kitsch, cosparso di cuoricini alla fine dei capitoli, ma dal contenuto ottimo) e mi sono resa conto di quanto le parole che prima mi sembravano scontate – e un po’ fastidiose – in realtà avessero un significato profondo.
Ora non starò qui ad ammorbarvi con la storia della mia autostima, anche perché è ancora work in progress, però vi vorrei suggerire un film, o se andate di fretta, una scena di un film (tanto vi piacerà la scena e allora vorrete vedere tutto il film).
È Angel-A di Luc Besson. Questo gioiellino in bianco e nero del 2005 racconta l’incontro tra un uomo sommerso dai debiti – e con vari altri problemi nella vita – e una donna decisamente speciale, Angel-A.
Ho conosciuto questo film perdendo tempo su Facebook, qualcuno aveva condiviso la scena che oggi vi propongo.
Io per poco non mi commuovevo (forse avevo le mestruazioni, ma tant’è).
Spero che vi faccia riflettere, e per chi ne ha bisogno, spero che vi dia anche una mano. Buona visione!