Bob Dylan – Queen Jane Approximately
Una delle oscenità a cui ci ha costretto questo liquido mondo odierno è leggere le opinioni di tutti. Riguardo al premio Nobel a Bob Dylan sui social ne ho lette parecchie. Chi era d’accordo con i luminari di Svezia postava una canzone accompagnata da un commento del tipo: cazzo dite? non capite una fava, questo è lirismo puro. Chi considerava un abominio consegnare l’ambita riconoscenza al menestrello di Duluth ribatteva con un: non è un premio per cantautori. Strimpellate i vostri accordi altrove. E niente canzone. Un dibattito incredibilmente sterile, devo dire.
Ora, che fosse o no sensato dare un premio Nobel a un cantautore, a me interessa poco e nulla. Vorrei ricordarvi che lo stesso premio, categoria pace, è finito nelle mani di Henry Kissinger, mammasantissima della CIA anni settanta il cui obiettivo per il Sudamerica era effettivamente ottenere la pace: quella del cimitero. Però non prendiamoci per i fondelli: se non dicessi qualcosa a riguardo del discusso Nobel RadioFus perderebbe un sacco di visualizzazioni. Oleiamo il sistema, quindi. Che la pecunia non puzza mai.
Robert Arthur Zimmerman, in arte Bob Dylan. Bob da Robert, Dylan da Thomas, poeta gallese incline alla malinconia e al bicchiere. Ho controllato se Thomas Dylan avesse mai vinto il premio Nobel. Macché, solamente un misconosciuto Prix Italia nel 1954. Se non altro il Dylan Bob ha reso onore al Dylan Thomas. Io Thomas l’ho conosciuto tramite Bob. Avevo venti anni o giù di lì e tenevo un quaderno con i testi tradotti del Dylan Bob. Ai tempi mi atteggiavo a bohemienne senza effettivamente esserlo. Funzionava. Ero rimasto folgorato da un verso della canzone che vi ho postato. In italiano fa più o meno così:
Quando le fioraie vorranno indietro quello che ti hanno prestato / Ed il profumo delle loro rose non rimarrà
Non c’erano e non ci sono parole migliori per esprimere quei momenti in cui la vita sembra presentarti il conto. E avrai fatto una marea di cazzate, certo, ma ti pare un tantino salato. Così mi sono detto: cazzo se scrive questo. E mi sono informato e ho conosciuto il Dylan Thomas e altri poeti. So che ora vi aspettate che dica “fu così che presi a scrivere” ma non ve la vendo perchè non è cosa vera.
Curiosità. Gusto. Piacere. Questo mi ha dato il vecchio Bob. Che non è mica poco e io un premio glielo darei, ma lui fa le bizze e non vuole andare manco a Stoccolma, figurati a Parma o a Groppoli di Mulazzo.
Quindi lasciate perdere i premi. E se proprio li volete assegnare, fatelo. Ma che siano vostri e rappresentino effettivamente qualcosa.
La poesia è quella cosa lì che non trovi le parole per esprimerla. Per fortuna c’è chi come i due Dylan le parole le trova. Eccome.
Se ritrovassi quel libro con i testi tradotti sarebbe buona cosa. Chissà che fine ha fatto.