Non c’è futuro
Non c’è futuro quando non riesci a comunicare. No. Non c’è futuro.
Non c’è futuro quando non ci ascoltiamo e il tempo corre via. Quando viaggiamo su binari diversi non c’è futuro e questo vuoto lo percepiamo in pieno.
No…
Non c’è futuro quando le dai quasi fastidio, le dà fastidio sentirti in casa come se le togliessi gli abiti di dosso.
Non c’è futuro tra voi non c’è futuro.
Non c’è futuro quando si ammazza di lavoro e nessuno lo vede, anzi, si accorgono solo di quella piccola dimenticanza, quella miserabile distrazione: perché è lì che possono colpire.
Non c’è futuro senza equilibrio, e stasera non ce n’è equilibrio anzi, non stasera, in quest’attimo eterno e solo, in questo tempo spudorato.
Non c’è futuro quando ridono di nulla e non provano emozioni, quando non piange più e non sorride… non c’è.
E il tempo si cristallizza in questo presente che sa di passato, stantio, ammuffito. Presente assente, insignificante freddo e crudo.
Non c’è futuro nella violenza, sempre quella, la stessa che si perpetua ridondante da quando esiste il mondo.
Non c’è futuro senza equilibrio, e stasera non ce n’è equilibrio anzi, non stasera, in quest’attimo eterno e solo, in questo tempo spudorato.
Non c’è fiducia e non c’è più nulla e quello non esiste nemmeno. Niente. Solo solitudine.