A cosa serve un parco?
Da ragazzina avevo un’amichetta speciale. Siamo cresciute insieme, come due sorelle. Lei abitava poco distante dal Viale della Regione Siciliana, una delle principali strade della città, trafficatissima, poiché di passaggio per chiunque transiti verso le autostrade. Il suo appartamento era ad un piano alto, con una vista molto bella, e strana anche… perché, prima dello stradone, si ammirava un’ampia zona verde insolitamente sopravvissuta all’avanzare delle strutture cittadine.
Mi ero chiesta per molti anni come mai un pezzo di campagna apparentemente abbandonata, con al centro solo un casolare rustico, fosse lì, oasi indisturbata al centro del vorticoso e inarrestabile fluire di automobili, ed invisibile dal livello zero, poiché racchiusa in mura di cinta continue: un mondo a sé innestato in quello ‘normale’, fuori dal tempo ma dentro lo spazio.
Avrei scoperto anni dopo che quel luogo, in realtà rifugio ‘segreto’ del capomafia Riina e per questo ufficialmente ‘invisibile’, sarebbe stato destinato a costruire un palazzo dirigenziale. Sarebbe dunque arrivato – ancora?! – altro cemento, come un bel vestito pulito indossato sopra un corpo le cui ferite aperte e perennemente sanguinanti mostrano con evidenza quel quasi niente che resta della bellezza d’un tempo, della Conca d’Oro così come del nostro umano orgoglio.
Già dal 2010 il Comitato Civico per Fondo Uditore nasce per la decisione di difendere a denti stretti il diritto al verde, semina alcune idee sul terreno ostile e selvaggio d’una città abituata al silenzio e rassegnata alla mal curanza, e raccoglie: firme, fondi, autorizzazioni, una squadra di volontari, foglie, erbacce, sudore, le prime soddisfazioni.
I cittadini vengono subito e sempre coinvolti, con tutti i mezzi possibili, da facebook e mailing list alle prime visite dal vivo al luogo che aspirava a diventare il nostro parco urbano.
La risposta è stata eccezionale, è accaduto l’imprevedibile: Palermo – stanca di subire da tutti, buoni e cattivi, belli e brutti – ha alzato la testa!
Il progetto del parco cresce a vista d’occhio, nel senso letterale, perché tutti noi abbiamo visto e seguito giorno dopo giorno, e si realizza, non certo senza quotidiana fatica, ma grazie alla forza della concretezza di chi non vuole parlare ma… fare! Anche poco al giorno, ma senza mai fermarsi.
In un tempo relativamente breve, considerando che i fondi sono provenienti solo da donazioni ed il lavoro svolto da volontari, viene rimosso un orrendo ed enorme cartellone pubblicitario. Viene abbattuto il muro esterno, un pezzetto alla volta. Ho i brividi mentre scrivo: ci siamo davvero finalmente presi ciò che era sempre stato nostro…
Il comitato si evolve in Associazione Parco Uditore, e poi in Cooperativa Sociale, Onlus.
Grazie ai primi sponsor, pian piano nei mesi, il parco viene arredato e corredato di quei meravigliosi segni di umanità che bene si integrano con la natura: i sentieri, la casetta dei volontari, le panchine su cui ammirare il verde, le fontanelle d’acqua potabile, i giochi dei bimbi, una palestra a cielo aperto, l’area dedicata ai cani.
Si tratta finalmente dell’abito giusto da indossare per Palermo, cucito su misura, ed una recentissima istallazione ne è il fiore all’occhiello: un’altalena per disabili. Insomma, il parco è nostro, ma si intende proprio di tutti.
Mi vengono in mente grandi uomini che la mafia ha ucciso che sarebbero molto fieri di come, nella storia di Parco Uditore, abbiamo realmente lasciato agire e camminare le idee su braccia e gambe.
I volontari raccontano: “Lavoriamo 7 giorni su 7 pianificando turni che iniziano alle 7 del mattino e terminano con la chiusura del cancello la sera affinché siano garantite al pubblico l’apertura puntuale, la chiusura regolare, la costante pulizia e sorveglianza dell’area, nonché un palinsesto di attività culturali, sportive e ludico-ricreative aventi come scopo primario la raccolta di fondi per la gestione ed il mantenimento del parco, che, lo ricordiamo, non riceve fondi pubblici per la sua sopravvivenza. In una città violentata dal cemento crediamo che il cambiamento debba iniziare dal basso e dalla cittadinanza attiva e continueremo finché un giorno questo posto diventerà bellissimo.”
Al Parco si opera “in modo inclusivo prediligendo la collaborazione alla competizione, coinvolgendo la cittadinanza, le imprese e le istituzioni. Siamo studenti, professionisti, cittadini che vogliono lasciare questa terra in uno stato migliore di come l’hanno trovata.”
Questo prezioso spazio lo abbiamo voluto, creato, fatto e curato perché ci serve. È casa nostra.
È mio perché mi piace stare in forma, e tutte le mattine vado lì, corro, mi alleno.
È mio perché voglio incontrare amici e nuove culture.
È mio, che alla mia età cerco tranquillità, e adoro leggere il giornale immerso nel verde.
È mio dopo che lavoro tutto il giorno… e in pausa pranzo vado lì, porto un telo, mi stendo sul prato e leggo.
È mio dopo colazione, quando salgo a bordo del passeggino e porto la mia baby-sitter a passeggiare, e poi mi arrampico, scivolo, giro, salto… vivo come un bambino vero.
Parco Uditore è mio. Qui faccio tutto io.
L’ho chiesto io. Lo curo io. Lo pulisco io. Lo annaffio io. Lo sorveglio io.
Ne ho bisogno per respirare più lentamente, per colorarmi il volto di sorrisi, per abbassare il volume della città, per modulare la frequenza della routine. Parco Uditore mi serve per Essere più umano.
Mi serve per offrire le verdure che coltivo io, i formaggi dei miei pascoli, le ceramiche del mio laboratorio, per fare yoga con gli amici, per giocare con altri bimbi. Parco Uditore mi serve per Fare in modo più umano.
È strano trovarsi a raccontare come di un miracolo, per che ciò invece che in tante altre città viene dato per scontato. Ma posso garantire che qui dobbiamo difenderlo minuto per minuto… e però la buona notizia è che non siamo disposti più a mollare, e lo dimostriamo con tutta l’energia possibile!
Oggi è il nostro compleanno! Solo quattro anni e siamo già abbastanza alti che… le salite non spaventano più!
Oggi si fa festa tutto il giorno! Oh…e guai a chi sporca! Che questa è casa nostra!
Per conoscere, seguire e sostenere Parco Uditore, la Conca d’Oro sottratta al cemento:
(Foto da web)