Inviti superflui, o forse no
Ieri sera sul palco del Pozzo e pendolo è andato in scena Inviti superflui di Buzzati. In una vita che scorre e va senza sosta e possibilità di rallentare un solo istante, ciò che è davvero non superfluo è ritagliarsi una ora, una soltanto per immergersi in una dimensione parallela, dove tutto è attutito, ovattato, dilatato. Bisognerebbe farlo tutti. Chiudere per sessanta minuti almeno i problemi, i rumori, i pensieri fuori ad una porta. Con lo spettacolo di sabato sera si è dato il via alla nuova stagione teatrale di questo teatro, che oramai si riconferma una chicca partenopea dove tutti sono invitanti e benvenuti. Un teatro che è più di un teatro, è forse più una casa nella quale tornare e sentirsi parte di essa e non semplicemente ospite. Ed è infatti come tra vecchi amici ci si ritrova dopo la pausa estiva e si chiacchiera amabilmente gustando qualche stuzzichino, prima che inizi lo spettacolo.
Se Facciunsalto è il web magazine delle emozioni, Il pozzo e il pendolo, con ‘Inviti superflui’, è il Teatro delle Emozioni, con la E maniuscola stasera.
Di quelle che ti prendono lo stomaco, gli occhi, ti fanno trattenere il fiato e mordicchiare le labbra. Quando poi c’è Paolo Cresta su quelle travi di legno color testa di moro, consumate e calpestate, sai di certo che da quel posto te ne andrai carico di meraviglia. E infatti per raccontarvi la serata parto dalla fine. Applausi. Applausi e ancora applausi. Si accendono le luci e nessuno si alza dalla propria poltroncina bianca. Una colla invisibile ci attacca ai cuscini. Avverto la sensazione di essere finita sotto un tram. Ma senza dolore. Uno scontro forte ma senza sangue e lividi, o meglio forse qualche livido c’è ma è invisibile agli occhi degli altri. Paolo stranito, incredulo e forse un po’ divertito ci chiede il perché della nostra resistenza silenziosa, ma pacifica e inerme. Una voce, tra tante: “Ancora”. Già eravamo tutti lì, dopo aver lottato col proprio Io per ragioni diverse, ma ne volevamo ancora di botte. Io ad esempio sono stata sul vagone del treno de il Direttissimo.
Con un ritardo di anni e anni accumulati, siamo così di nuovo in viaggio. Ma per dove?
Paolo incantatore di anime come sempre, una sorta di pifferaio magico, ha fatto centro, muovendo una alla volta le corde dell’anima. Pizzicando fili, toccando tasti, a volte con forza, altre volte solo sfiorandoli, ma quel tanto che basta a far venire i brividi.
Buona la prima direi e se questo è solo l’inizio, sarà un’annata memorabile!
Non perdete la replica di Inviti superflui in scena anche stasera, trovate le info nel cartellone della nuova stagione, io nel frattempo vado a comprare 60 racconti di Buzzati.
(Foto dal web)