Aria
Sembra non esservi soluzione da questa impasse, in cui si agita il mondo della pace e del benessere. Forse solo una svolta imprevista, inimmaginabile… Una soluzione che nessun profeta può intuire… Una di quelle sorprese che ha la vita quando vuole continuare…(*)
L’ho riconosciuta dal soffio d’aria che oltrepassava la porta. Attraversando quei pochi millimetri che la separano dal pavimento, il suo profumo, non trovando ostacoli, si infiltrava per quello stretto passaggio.
Era lei.
Un vento energico e denso di odori, che non lascia spazio alla fantastica maniera di raccontare il disincanto dei primi istanti di vita, quando ti accorgi che ogni sguardo, ogni attenzione serve solo a evitare strilli e strappi, agitate in aria le braccia.
Quanto tempo avrebbe impiegato per arrivare da me?
Quante inutili accuse e scontri tra di noi!
Nessuno aveva una ragione o un torto, forse soltanto stanchezza e abitudine avevano corroso nel tempo il nostro legame, trasformando il nostro stare insieme in un feticcio di carnalità e di passione irragionevole.
Quanto tempo avrebbe impiegato per arrivare da me?
Quante inutili accuse e scontri tra di noi!
Veloce, adesso, smuove pure le tende della finestra che srotola e distende per ammantare la forte luce del giorno.
Un richiamo maliardo, per un intimo invito a ricostruire una appartenenza, per stare nell’ombra vicini e ritornare insieme a sognare e lottare fianco a fianco vincendo sull’indifferenza.
Fedeli, marcheremo il nostro futuro con la forza della nostra unione, esaltando ciò che siamo stati fino ad ieri, bisbiglia. Basterebbe che le andassi incontro.
Stai con me, mi dice, saprò esserti devota come nessun’altra.
Basterebbe che le andassi incontro.
Ci eravamo lasciati da non poco tempo. Un addio da un sapore stravagante. Lei, fiera e altera, non sentiva ragioni, non accettava debolezze e la mia insicurezza la faceva ancora di più infuriare.
L’ultima notte rideva, distesa al mio fianco, il suo abbraccio avrebbe potuto sistemare ogni cosa. Non bastavano le rughe nella mia fronte a intenerirla o, insomma, a renderla umana.
Soltanto la punizione, anche senza peccato, avrebbe rinsaldato ogni cosa, avrebbe restituito a me e a lei la ragione di stare insieme, uniti a sfidare le idiote presenze (così almeno le chiama lei).
Già arriva.
Le mie spalle riconoscono da tempo il calore nella sua carezza che lentamente scivola sulle mie spalle.
Baciami, mi dice. Sono sempre io, la tua Rabbia.
(*) Pier Paolo Pasolini – La Rabbia