Eureka… Archimede!
Giovanni hai studiato la lezione su Archimede?
Silenzio… Un’improvvisa fitta allo stomaco. Avverto un anomalo battito cardiaco. Il libro di scienze è sempre là, sulla scrivania!
M’insegue e mi fissa con quell’odiosa copertina colorata e le strane freccette che devo per forza chiamare vettori.
Provo a costruirmi un alibi immediato ma risulta del tutto inconsistente… Allora mi schiarisco la voce con un colpo di tosse ben assestato.
Certo, mamma!
Il compito di scienze è domani, no?
Non ho mai capito come mia madre riuscisse a scoprire la data precisa dei compiti scritti. Forse quell’antipatica di Anna le fornisce informazioni a mia insaputa.
Sì, mamma. Domani.
E quel giorno arriva inesorabile come un destino crudele. Una mannaia pronta a colpire la mia povera testa indifesa.
È una bella giornata di sole, poco adatta per un compito in classe.
Arrivo in ritardo. Il foglio è sul banco.
Si parli della spinta idrostatica di Archimede e della sua dimostrazione in laboratorio.
Mi aggiusto tre volte sulla sedia. Prendo una penna. Devo parlare di… devo scrivere che… Il tetto dell’aula è tutto coperto da nuvole nere. Ciascuno dei miei compagni guarda il suo foglio. L’aria è pesante, afosa. Che mal di testa! Anna già scrive. Due pagine dopo appena 20 minuti! La mia penna non scrive. Prendo la matita.
– Archimede era uno scienziato che… –
Oggi l’aria è pesante… afosa. Che mal di testa!
– La spinta idrostatica…-
Forse… la gravità. Ci attira verso il basso, questo lo so. Oggi è mercoledì. Torneo di calcetto alle quindici e mezza. Cellulare spento. Andrea forse mi ha già risposto su wozzapp. Ma… Adesso che fa? Mi guarda!? La Prof guarda da questa parte! Faccio finta di pensare. Mi gratto la testa. Scrivo.
– Archimede era immerso in una vasca e… pensava…-
Quando vado in piscina, mi diverto… nuoto… ma la spinta…? Sì. In realtà mi sento spingere verso il basso. O verso l’alto? Boh! Certo! Il morto a galla! Ci sono!
– Archimede scoprì la spinta di Archimede, anzi… se la inventò!-
Anna ha già scritto tre pagine. Scrive così piccolo che non riesco a capire! Cambierò compagna di banco! Anna m’inquieta.
Ragazzi, avete trenta minuti. Rivedete il testo e iniziate a copiare in bella copia.
Mi prende un’ansia incredibile. Ho mal di testa. Ho fame. Ho mal di… In laboratorio… non c’era il sole. Anche quel giorno le nuvole avevano coperto il tetto. Il cane mangiava il basilico e abbiamo preso una molla. Il sole mi accecava gli occhi e c’era dell’acqua in una bacinella. C’era una bilancia. Anna scriveva… Devo consegnare il foglio. Finalmente è finita!
Mi alzo.
Consegno.
Scusami Giovanni… hai scritto solo un rigo!!!
Sì… Prof… non mi sento bene oggi!
– Archimede faceva il bagno, ricevette una spinta verso il basso e annegò.
………………………………
Giovanni! Com’è andato il compito?