La deriva new age
C’è sempre un momento in cui la vita prende una deriva new age. Chiaramente per me è stato molto facile dal momento che esistono poche cose più new age dell’India.
Per ben due anni non ho fatto altro che respingere ogni proposta di meditazione, di rituali di purificazione spirituale e fisica e di yoga. O meglio, lo yoga l’ho provato ma poi sono rimasta bloccata tre settimane nella posizione del cobra, quindi ho ritenuto saggio allontanarmi da una pratica che richiede una certa snodabilità che chiaramente non mi appartiene.
Insomma, mi ero proprio ben arroccata nel mio fortino di razionalismo occidentale dal quale guardavo tutto con scetticismo.
Poi è arrivato un messaggio da una mia amica. Incinta.
“Sai, partorirò qui in India, senza la mia famiglia e ho proprio bisogno del supporto di voi amiche. Verresti a casa mia per passare insieme una giornata dedicata alla condivisione di esperienze e all’energia positiva?”
Cioè, il messaggio non era proprio così comunque la sostanza era quella.
Il disastro. Il massimo che avrei potuto condividere, data la mia personalissima situazione, era il dramma dei falchi che si ostinano a scagazzarmi in terrazzo. Cioè, il falco è un animale grosso. E tutto ciò che produce è proporzionato. E il mio terrazzo non è enorme. Insomma, non mi sentivo affatto piena di energia positiva, anzi non avevo proprio idea di cosa potesse implicare una condivisione di energie, positive o al profumo di rapace che fossero.
Comunque, giacchè c’era un buon proposito, decido di andare.
Come ogni volta che parto reticente, mi sono dovuta ricredere.
Con la guida di un’altra amica, che scopro essere molto più spirituale di me per quanto ci voglia poco, diamo inizio ad un viaggio bellissimo. Un viaggio che comincia con un caffè sorseggiato sedute a terra e che è continuato con il rituale dell’henné. L’hennè è una tintura naturale con cui le donne indiane si dipingono mani e piedi in circostanze speciali, come il giorno del matrimonio. Si dice che se l’henné assume una tonalità scura, il matrimonio, o l’evento che si sta celebrando in quel momento, sarà felice e duraturo. Dopo l’henné, quando ormai tutte eravamo contente, è successo qualcosa di magico.
Ci siamo messe sedute in cerchio e la nostra amica ci ha guidato durante una brevissima meditazione che avrebbe dovuto liberare le nostre teste dai pensieri negativi. E forse pure dalle cacche dei falchi.
Una volta terminato questo processo, abbiamo iniziato a guardarci. Forse ci stavamo studiando o forse semplicemente cercavamo il modo di comunicare qualcosa che era nell’aria ma che ancora non trovava concretezza.
Poi, all’improvviso, da questa piccola sorgente di energia che era ancora nascosta dentro ciascuna di noi, è fuoriuscita una cascata. Una cascata di confidenze, risate, riflessioni e anche qualche lacrima.
E mi sono ritrovata a pensare che, nonostante non ci conoscessimo da tanto e nonostante alcune di noi fossero arrivate con una buona dose di scetticismo, anche questa volta l’India mi ha regalato qualcosa. Mi fatto capire cosa significa la solidarietà femminile. Che non è semplicemente far fronte comune davanti ad una difficoltà, ma è saper scoprire un lato nascosto fatto di debolezze e di paure e metterlo a disposizione di chi, in quel momento, ha più paura di noi.
E oggi sono qui, davanti alla mia finestra con i falchi che fanno un rave nel mio terrazzo, il mio henné è nerissimo e mi sento felice.