Morgan – Altrove
Altrove è una canzone autunnale. Non ha nulla a che vedere con il senso di evasione che comincia ad aleggiare quando le giornate si allungano e le notti cominciano ad essere tanto calde da volerle passare stesi sulla panchina di una strada deserta.
Pensavo all’usanza piuttosto diffusa di festeggiare il capodanno nella notte tra il 31 Dicembre e l’1 Gennaio, e a quella altrettanto diffusa, in questa occasione, di fare il punto della situazione sulla propria vita e di stilare una lista di buoni propositi per l’anno nuovo. Ebbene, sono abbastanza certo che se spostassimo il capodanno tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno sarebbe più semplice mettere in pratica quei propositi.
Credo che faccia parte di una sorta di ordine naturale delle cose: sin dall’infanzia abbiamo un anno scolastico organizzato in modo che d’estate ci siano le vacanze, semplicemente perché fa troppo caldo per stare chiusi in un’aula. Il riposo estivo ci aiuta a svuotare la mente, ed è proprio al rientro alle nostre normali attività che abbiamo le energie per metterle in discussione.
Parlo del proprio lavoro, del posto in cui si vive, ma anche del proprio modo di stare al mondo e di considerare le cose e le persone. L’autunno è un momento prezioso per rivalutare tutto questo, e Altrove è una canzone autunnale perché sposa in pieno questo spirito. Dopo, col passare dei mesi, saremo di nuovo immersi nella versione di noi stessi che siamo abituati ad essere. Anzi, che abbiamo scelto di essere.
Perché crescendo ci siamo abituati a considerare certe cose, compresi i nostri sogni, come voli pindarici adolescenziali, come utopie, dicendoci che poi si impara a fare i conti con la realtà, a scendere a compromessi, pensando che tutto questo sia normale e che non implichi necessariamente il sentirsi infelici. Forse è vero, però quello che ho visto io, crescendo, è un mare di sogni che getta e ritira le sue onde sulla riva in un modo sempre uguale. Una difficoltà diffusa nell’afferrare il proprio senso nel mondo, il peso di uno scenario sempre uguale, e sullo sfondo una marea di scuse con se stessi costellata da tanti “Però…“: “Però il lavoro… però la società… però la famiglia… però la distanza…“.
Finché un giorno d’autunno ti svegli e ti fai una sola domanda: che cosa vuol dire “però“? E allora forse è arrivato il tuo momento di perderti nel mondo, rischiando anche di sprofondare. Il giusto prezzo per una vita vera.
Un ultimo sguardo commosso all’arredamento, e chi s’è visto s’è visto.