Senso
alle caviglie olio di lavanda, ne percepisco il calore e ne assaporo il profumo sulle labbra di sale rosa, l’ho macinato sopra le patate dolci.
Sale e profumo insieme a Mozart suscitano emozioni fatte carne che si mescolano a pensieri nobili e istintivi.
La morte è vita che accompagna e ricorda tempi lontani: io fanciulla che impasto terra e acqua, poi sfamo figli immaginari. La zia mi porge fette di pane nero, olio e sale… e saline siciliane e mulini, e bianchi di infiniti colori.
Vino bianco frizzante, e nero della mia terra, inebriano insieme alle note che ascolto nel silenzio. E intorno il colore seppia del mio studio: chiesa accogliente di questa notte uterina che mi trascina in eccentrici oblii dove il tempo tace.
In mia compagnia mi sogno frammentata e intera.
Pensieri mescolati sorreggono l’anima e in estasi colgo il tormento di una vita che si spegne.
Le vite si accendono due volte – sì due volte – mi sussurra una voce – si accendono alla nascita e alla morte – principio, fine, principio.
– Nel secondo principio si illuminano più intense toccando sensi a noi sconosciuti – è per questo che ci fanno paura… a noi, plasmati dal fango.
E se ci legassimo a essenze ancestrali e provassimo a sentirle sulla punta della lingua e nel palato, come quest’essenza e questo sale? E se le note diventassero suoni mai ascoltati, preghiere sublimi?
Lontano miagola un gatto in sol diesis.
Gli anni scorrono sul letto del tempo e noi protendiamo a quel mare.
Attraverserò anse, anfratti misteriosi e puri, rigagnoli e cascate spumeggianti.
Saranno profumi, suoni e sensazioni che mi riporteranno al mulinello in fondo al mare, la favola raccontata da mio padre. Gira mulinello… gira…
Sensualità rinasce alle note di un Requiem sprofondando nel blu dell’abisso.