Processo ad una strega
Strega, iannara, zoccola, peccatrice, pruasa. Quando una donna sbaglia, non ci stanno santi né Madonne. Si deve bruciare viva.
E non importa se quando ha sbagliato era ubriaca, sola, spaventata o semplicemente innamorata. Si deve bru-cia-re.
E il fuoco deve essere grande e alto, in modo che lo possano vedere tutti, anche da lontano. Il rogo deve essere un segno, un monito, per la gente: deve ardere lentamente in modo che l’espiazione sia intensa e lunga.
Il Pozzo e il pendolo porta in scena un apprezzatissimo spettacolo, Processo ad una strega, ed io sono una tra fortunati a poterne godere all’interno della cornice del Real Orto Botanico di Napoli.
Una rappresentazione intensa, angosciante, che stringe lo stomaco, torce i capelli, fa mangiare le unghie. Una superba Marianita Carfora, insieme ad altri trenta tra attori, comparse e musicisti tra i quali si annovera un impeccabile Antonello Cossia, che veste il saio del padre confessore e vero boia, sotto la regia attenta ed efficace di Annamaria Russo, danno vita ad uno spettacolo corale e penetrante, in cui lo spettatore è anch’esso parte della storia.
Bianca è bella, bianca ama, bianca salva bambini, Bianca fa girare la testa, Bianca si innamora di un uomo, ma quell’uomo è sbagliato, quell’uomo è già sposato. Bianca è figlia di una strega, Bianca è una strega e in quanto tale deve morire.
A voce ‘do popolo è a voce e Dio, no? Ebbene, se il popolo dice che in lei alberga il demonio in persona, così sarà. Anzi così è.
Bianca è sola e quando anche l’unico amico, un forestiero a cui ha salvato dalla morte un figlio piccolo, la tradisce sconfitto dalla paura, Bianca impazzisce. Bianca non ha più forze in corpo per combattere, l’amore ha perso.
Mentre assisto ansiosa allo spettacolo, penso alla condanna a morte inflitta a Bianca, al suo destino, ai carnefici, e penso a quante Bianche sono morte e quante ne moriranno ancora.
Perché se la Santa Inquisizione ha mietuto numerose vittime nel ‘600, il ‘600 stesso è ancora purtroppo e maledettamente attuale.
Questo pezzo lo dedico a Tiziana, l’ultima strega, in ordine di tempo, vittima di un ennesimo femminicidio, morta il 13 settembre 2016, dopo che alcuni video messi online le hanno reso la vita non degna di essere vissuta.
Se volete commuovervi, pensare e riflettere non perdete i prossimi appuntamenti con gli spettacoli de Il pozzo e il Pendolo.
Photo prese dal web.