The Smiths – Ask
Timido lo sono sempre stato, fin da piccolo. Una volta alle elementari trovai dopo tanto tempo il coraggio di scrivere una letterina alla bambina che mi piaceva per chiederle se voleva stare con me, ce l’avevo lì tra le mani pensando al momento giusto per dargliela, ma nel mio indugiare arrivò un compagno un po’ dispettoso che me la tirò via da mano e gliela consegnò. Lei la lesse e la strappò.
Non il migliore incoraggiamento. Nel tempo comunque ho cercato di combatterla, ho sempre ammirato e invidiato quelle persone capaci dal nulla di inserirsi in un discorso, di fare subito conoscenza con gli altri, di prendere in mano un microfono e cantare in pubblico o semplicemente di chiedere ad una ragazza di uscire, in modo leggero, simpatico, senza ansia.
Non solo, ho scoperto che alla fine il più delle volte non succede assolutamente nulla: semplicemente tutto va per il meglio.
Volevo essere anche io così. Perché poi alla fine la timidezza è un po’ un paradosso: la paura di sentirti inadeguato fa automaticamente sì che tu ti senta inadeguato, senza nemmeno provarci. E allora mi sono messo alla prova: ho chiuso gli occhi e fatto il salto nel buio, in tante piccole e insignificanti occasioni, ma anche in qualcuna grande, e quello che ho capito è che in fondo fallire non è la fine del mondo, o comunque fa molto meno male di quanto si immagini in quei momenti in cui qualcosa ci sta per uscire dalla bocca ma noi decidiamo di fermarla e di restare nel nostro angolino, sicuro ma un po’ scuro.
Non solo, ho scoperto che alla fine il più delle volte non succede assolutamente nulla: semplicemente tutto va per il meglio. E anche se rimango intimamente un timido, perché così è, ora sento di giocarmela un po’ più alla pari con la mia timidezza, e quando sono in cerca di coraggio ascolto Ask degli Smiths.