Esercizio di stile. Atto secondo
La verità è che non sei adeguato, (dice).
La cappelliera all’angolo è inclinata verso la porta. Nessuno vuole costringerti a prendere una decisione, ma potrebbe essere il segnale che aspettavi?
Indietro, indietro, indietro, ancora un poco e via, una scatto rapido verso fuori, veloce di corsa.
Cambierò vita.
Portami in viaggio sulla tua nave turbinante, i miei sensi sono spogli, le mie mani non hanno presa, le dita dei miei piedi sono troppo intorpidite per camminare, aspettano solo i tacchi dei miei stivali per vagabondare.(*)
Indietro, indietro, indietro, ancora un poco e via, una scatto rapido verso fuori, veloce di corsa.
Claretta è piccola e chiara, occhi sgranati ad accogliere il sole d’agosto, lucida pelle, labbra socchiuse a bere il soffio della brezza che viene dal mare. Distesa al sole sembra mischiata al colore della sabbia, se non fossero i suoi occhi blu a indicarne la presenza.
Quest’anno faremo follie! Balleremo, (dice).
Ma che bellezza, che meraviglia, questo giorno è un giorno felice.
– Ci sei?
– Ci sono.
Sono pronto per andare ovunque, sono pronto a svanire, lancia il tuo incantesimo danzante, prometto di accettarlo.(*)
Mani incrociate e testa in alto. Dritto così fisso il punto dei punti, dove ogni cosa si scompiglia, marcando e battendo i miei passi, senza fretta, arriverò. Umile, non sono umile. Io sono un gigante!
Aspetterò che suonino le darbuka, mentre danzanti intorno le suole bianche spolvereranno la terra del deserto bagnata dal sudore della schiena, per raccogliere le parole giuste, le armi e venire da te.
Se tu fossi più chiaro, tutto sarebbe semplice, (dice).
Ancora peggio.
– Ci sei?
– Ci sono.
Mentre danzanti intorno le suole bianche spolvereranno la terra del deserto…
Così è stato oggi, così è stato ieri. Ma un gigante senza corazza è inadeguato a reggere la sfida. Abbassa le armi, bisbiglia i versi che ti ho insegnato, mormora le favole che ti ho raccontato, (dice).
– Ci sei?
– Ci sono.
Spavento? Ma che storia è mai questa del gigante, un eroe senza amici e privo di armi che vuole combattere la sua battaglia!
Basterebbe, invece, che questa storia parlasse di me, di noi, (dice)!
Ma i giganti non hanno storie da raccontare, loro esistono perché il mondo è troppo piccolo.
Pop-corn, patatine, po-corn, pop-corn, pop-corn, patatine… Aspetta.
– Ci sei?
– Ci sono.
Va bene, adesso inizio la mia storia. Tutto finto, non credere!
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to. Hey!
Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.(*)
(*) Tambourine man – Bob Dylan