Not a pizza order
L’anno scorso volevo partecipare al Nikon Film Festival ma poi mi si era seccata la fantasia e non avevo combinato nulla.
Quando sono usciti i vincitori però, sono subito andata a vedere chi si era aggiudicato il primo premio.
Una certa Cécile Ragot con Not a pizza order. Ho cliccato subito e mi sono messa a vedere il corto che dura 2 minuti e 14 secondi.
A quanto pare c’è una tipa che chiama la polizia per ordinare una pizza. Penso subito che sarà una classica cosa-che-dovrebbe-far-ridere-e-invece-non-fa-ridere.
Dopo pochi secondi mi si gela il sangue nelle vene.
Non vi dirò altro, vi lascerò così, sospesi, consigliandovi solamente di vedere il corto, che si è davvero meritato il primo premio.
Ho contattato Cécile Ragot per farle i complimenti e per chiederle innanzitutto perché ha scelto il bianco e nero per Not a pizza order.
“Volevo che il corto fosse il più diretto possibile, concentrando l’attenzione sul personaggio del centralinista della polizia.
Ho scelto il bianco e nero perché esteticamente trasmetteva l’immagine cruda e schietta, inoltre dava l’impressione di rimanere chiusi in quella piccola stanza col protagonista.
Col bianco e nero è tutto molto contenuto, puoi giocare solo con le luci e con l’inquadratura, per me è stato un approccio interessante e stimolante, non avevo mai usato il bianco e nero prima di Not a pizza order.”
Il cortometraggio trae ispirazione da una storia vera.
“Ho letto un articolo che parlava di questo fatto e ho pensato subito che mi sarebbe piaciuto raccontare questa storia visivamente. La sceneggiatura del film è basata sulla trascrizione della vera telefonata, ho dovuto aggiungere solo un paio di cose, ma più o meno quello che sentite nel cortometraggio è quello che hanno detto i due personaggi in questo triste episodio.”
Le chiedo allora quanto pensa sia importante introdurre tematiche sociali nelle opere d’arte da 1 a 10.
“11! Penso che l’arte sia uno degli strumenti più potenti per sfidare le realtà politiche e sociali.”
Spero che a questo punto la vostra curiosità sia arrivata al limite.
Qui sotto trovate il cortometraggio.
Complimenti a Cécile Ragot e buona visione.