Un’estate Violenzo
Siedo in un piccolo teatro Off- Broadway. E’ talmente off da Broadway che si trova a Livorno.
Ma vi assicuro che non è molto diverso da uno a TriBeCa dove andavo spesso negli anni novanta. Siedo qui e guardo le facce. La gente che entra nello scantinato e prende posto, gli artisti che vanno e vengono dal retropalco. Alcune persone le riconosco, ma loro non me. Io manco da troppo, non sono più nessuno. Eppure con molti di questi volti ho scambiato idee, lotte, tempi di una risata o di una rabbia giovanile. Cerco i loro sguardi ma quando incrociano il mio non succede niente. Torno ad una città di cui mi sento ancora parte anche intellettuale, ma nella quale sono divenuta trasparente. Sul palco entrano molti giovani e qualcuno che lo è di meno per interpretare Violenzo. Mi perdo nei tratti nei volti dei ventenni e mi sembra di leggervi geografie note, mi rimandano alle sembianze e movenze di compagni di scuola, di vecchi amici. Mi sembra di poter leggere una storia della città, un passare del tempo che mi ero persa e che ora trovo qui riassunto.
Vedrò uno spettacolo scritto e diretto da Emiliano Dominici e accompagnato da canzoni con musiche e testi originali di Alessandra Falca, che è anche interprete dal vivo insieme a un gruppo di musicisti e percussionisti. Si parla di violenza di genere e stanno iniziando.
Lo spettacolo è basato su fatti e numeri del femminicidio nel nostro paese. Sulle difficoltà crescenti dell’incontro tra maschile e femminile. Sulla voglia di possesso e la voglia di libertà che impattano. Sul fallimento di amori dove cresce esponenziale l’incomunicabilità finendo per diventare rancore, aggressione. Non si fa statistica: la realtà è un ariete che apre una breccia e colpisce allo stomaco.
Dal testo:
PRIMA PRESENTATRICE: Da un’indagine ISTAT del 2015 risulta che in Italia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, ovvero
[CORO:] 6 milioni e 788 mila donne,
PRESENTATRICE: ha subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. In pratica, una donna su tre!
CORO: Una donna su tre, una donna su tre, una donna su tre…
Una donna su tre, una donna su tre, una donna su tre…
Alla recitazione si alterna un canzoniere che si riallaccia alla migliore tradizione popolare sebbene rivisitata di sonorità contemporanee, dal blues al rap. Come lamentazioni, come denunce, gli intermezzi musicali stanno nel corpo del testo completandolo e definendolo.
Canzone due: SCOGLIO
Sono fatta di scoglio, sono fatta di scoglio
faccio quello che voglio, se mi tocchi ti taglio
Sono fatta di scoglio, sono fatta di scoglio
metto avanti l’orgoglio, e vedrai che non sbaglio…
Lo spettacolo scuote, crea indignazione e rabbia, emozione e voglia di agire. Dobbiamo tutti dire, fare, fare qualcosa perché questo ammazzatoio trovi fine.
Canzone finale: TAMMURRIATA MALEDETTA
Ti spezzerò le costole, ti strozzerò a metà
così che il tuo respiro che rimane non ti basterà.
E non potrai più ridere, più ridere di me
ed io potrò umiliarti esattamente come hai fatto a me.
Sono fatta di scoglio, sono fatta di scoglio, faccio quello che voglio, se mi tocchi ti taglio