Musa. Storia di un’ispirazione, e di attori su una zattera
Sulla morale ci si comincia a interrogare presto, nella vita, e se si è fortunati non si smette mai di farlo. Basta riportare alla mente la prima volta che abbiamo discusso con qualcuno di quest’argomento per capire il perché; basta ricordarsi lo stupore provato nel constatare, probabilmente contro ogni aspettativa, che due punti di vista uguali su questo concetto quasi non esistono, e che quell’amico con il quale eravamo d’accordo su tutto, ma proprio tutto, alla domanda cos’è per te (la) morale? rispondeva in un modo mai del tutto sovrapponibile al nostro. Certo è che mentre ci riesce abbastanza semplice, quasi automatico, prendere decisioni nella quotidianità che implichino una qualche valutazione morale, non ci è altrettanto facile dare una definizione esaustiva di ciò che noi consideriamo morale o immorale in generale.
Se non lo è per noi, figuriamoci quanti e quali dilemmi abbiano assalito la mente di monsieur Diderot al momento di scrivere la voce sulla morale nella celebre Encyclopédie. Ebbene, Musa. Storia di un’ispirazione parla proprio di questo: tratto da “Il libertino” di Schmitt, lo spettacolo vede come protagonista un Diderot (Alessandro Palladino) alle prese con questo faticoso lavoro, reso ancor più faticoso da varie “distrazioni” femminili, tre donne caratterialmente molto diverse tra loro che gli girano intorno mettendo alla prova non solo la sua concentrazione, ma la sua stessa coerenza interna. Tuttavia diventa presto evidente come i dialoghi con queste tre donne – un’avvenente pittrice (Chiara Vitiello), la gelosa moglie di Diderot (Francesca Romana Bergamo) e la seducente figlia del Barone presso cui alloggiava il filosofo (Simona Pipolo) – tocchino il concetto stesso di morale da tanti e variegati punti di vista mostrando tutta la confusione di Diderot.
Solo rapportandosi con tutte e tre il suo sforzo avrebbe avuto un senso, evitando di lasciare grossolanamente fuori aspetti centrali nella vita di ogni essere umano
Uno spettacolo coinvolgente, leggero e profondo al tempo stesso, in cui traspare l’impegno e la passione dei giovani attori del Teatro di Contrabbando, reso ancor più suggestivo dalla cornice delle Terme-Stufe di Nerone di Bacoli e dalla rappresentazione su zattera. L’evento infatti ha chiuso in modo brillante la quinta edizione della rassegna TEATROallaDERIVA(il teatro sulla zattera), ideata da Ernesto Colutta sotto la direzione artistica di Giovanni Meola e ospitata dalle Terme-Stufe di Nerone, rassegna che speriamo continui ad avere seguito e a farci riflettere, divertire ed emozionare davanti ad una zattera galleggiante, con l’acqua che ci sfiora le scarpe e la natura tutta intorno che sprigiona i suoi odori e la sua bellezza.
Abbiamo visto Musa. Storia di un’ispirazione di e con Alessandro Palladino
con Chiara Vitiello, Francesca Romana Bergamo e Simona Pipolo
alle Terme-Stufe di Nerone in Bacoli
Rassegna Teatro alla Deriva 2016.
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