Underworld – Born slippy
L’altro giorno mi trovavo a guardare la Tv con un occhio socchiuso e l’altro addormentato. Non c’era nulla di interessante a parte le ondate di fresco che a ritmi cadenzati dalla rotazione del ventilatore mi sfioravano le tempie.
Poi è arrivata la pubblicità. In rapida successione le tre compagnie di telefonia hanno sciorinato le loro hit del momento. Quindi è stata la volta di una nota marca di gelati e via con altri brand minori. Una sfilza di banalità musicali dopo l’altra. Allora, mentre stiravo il collo per intercettare il vento fresco, ho pensato ad una vecchia musicassetta che possedevo quando ero un ragazzino. Era una compilation di canzoni utilizzate nelle pubblicità. Pochissime hit del momento e tanta buona musica. Forse una delle poche canzoni del momento, se di questo si può parlare, è proprio questa degli Underworld.
Ai tempi la musica non era ancora la passione che sarebbe per me divenuta qualche anno dopo. Ero curioso, mi muovevo come un turista senza cartina, scrutavo nomi di vie che mi dicevano poco. Ma assorbivo tutto. Non so nemmeno perché acquistai quella musicassetta. Forse mi piaceva una delle canzoni che vi erano contenute. Magari proprio questa. Posso però affermare che anch’essa ha contribuito alla formazione del mio panorama musicale.
E se RadioFus esiste è anche grazie a questo Top of the Spot. Oggi questo non sarebbe successo. Quel poco di artistico che aveva lo scatolone al tempo s’è andato a far benedire. La stessa pubblicità s’è fatta codarda e insegue quello che crea: generazioni abituate a fare le stesse cose. Ascoltare le stesse canzoni. Senza trasporto. Guardatevi intorno, ci sono migliaia di altri mondi possibili.
Buona scelta da RadioFus.