Solo un mondo possibile?
In quel periodo a Fabio continuava a ronzare in testa sempre la stessa domanda: esiste solo un mondo possibile, alla nostra età? Anche quella sera, la frase interrogativa era lì. Ridondante
Buongiorno, è il Sig. Vinci?
Si sono io, chi parla?
Qui è la Fatebenefratelli Servizi Finanziari. Vogliamo offrirle 50.000 euro, disponibili in 48 ore, comodamente e direttamente sul suo conto. E’ sufficiente che ci rimandi debitamente sottoscritti alcuni documenti che le invieremo via mail, con allegato un documento d’identità
Che generosità. In effetti “debitamente” mi sembra l’avverbio giusto! Scusi, ma come fate a… come avete avuto il mio numero, io non…
Sig. Vinci, noi siamo una grande società, in contatto con tutto il network produttivo e finanziario. Nonché bancario. Il nostro target è costituito da persone di grande valore, che magari possono attraversare un momento di difficoltà, ma che con un piccolo aiuto possono facilmente riprendere un percorso virtuoso, capisce? La nostra, in fondo, è una forma di assistenza, direi quasi una declinazione privata di welfare. Facciamo del bene facendo impresa.
Insomma, dei benefattori, capisco…
La nostra, in fondo, è una forma di assistenza, direi quasi una declinazione privata di welfare
Bip Bip sullo smartphone. Notifica di email ricevuta.
Salve, noi della Autocar abbiamo creato una super-offerta, per un numero limitatissimo di vetture e solo per clienti selezionati. Lei può prendere quello che desidera, senza un centesimo di anticipo, senza interessi e con assicurazione in omaggio per due anni!
La attendiamo in concessionaria, la stupiremo.
Cordiali saluti,
Fabrizio La Bua, Responsabile Commerciale Area Sud, Autocar Spa.
Tasto rispondi.
Gent.mo Dott. La Bua, la ringrazio per la Sua infinita cortesia, devo però informarla che attualmente non sono interessato all’acquisto di una auto nuova. E nemmeno usata, sa. Anzi, poiché ho deciso di mettere in vendita la mia vecchia Station Wagon, se siete interessati ad arricchire il vostro parco auto usate, non esiti a contattarmi.
Saluti, Fabio Vinci.
Tasto con la bustina raffigurata, invio.
Papà?
Dimmi tesoro
Sono mesi che te lo chiedo: mi compri la nuova Wii, col mega schermo e il sistema multimediale in dolby surround?
Ma amore, costa un sacco di soldi, prima di quello ci servono tante altre cose più urgenti.
Papà, tutti i miei compagni ce l’hanno…
Amore…
Si certo, come no? Preferisco gli altri papà, che dicono meno volte “amore”, ma non sono sempre in ufficio come te e poi fanno contenti i loro figli!
Sig. Vinci?
Sono io, chi parla?
Sono la dott.a Ferrari, la Direttrice dell’Agenzia 2, la sua banca. Mi chiedevo se non le fosse possibile avvicinare un giorno di questi in filiale.
Certo dottoressa, ma perché, c’è qualche problema con la scopertura sul conto?
No no, ma sa, la nuova policy aziendale ci impone di rivedere alcune clausole di vecchi rapporti contrattuali. Lei è con noi da tanti anni, naturalmente vogliamo agevolarla al massimo delle nostre possibilità, ma dobbiamo tenere conto del mutato quadro economico e dei fattori di rischio.
Mi sta dicendo che volete revocarmi il fido?
Ma no, Sig. Vinci, non mettiamola in questi termini. Ascolti, venga in filiale, ne parliamo meglio di persona.
Fabio, sono io, Luigi. Ciao. Senti… non hanno dato la sospensiva.
Cosa? Ma se abbiamo ragione da vendere!
Certo Fabio, sono un tributarista, lo so bene, ti ho convinto io a fare ricorso alla Commissione Tributaria Regionale. Ma il dispositivo dell’ennesimo rinvio nel pronunciamento di merito dice, in sostanza, che l’importo avverso cui opponi reclamo non è di rilevanza tale da giustificare una sospensiva immediata.
Cioè, fammi capire, intanto devo pagare anche se ho ragione, tanto poi, tra non so quanti anni, se emetteranno un giudizio a me favorevole, casomai potrò chiedere rimborso?
Esatto. Mi dispiace, non so cosa dire…
Non dire niente, Luigi. E’ tutto una follia questo Paese. Quanto ti devo intanto, per il disturbo?
Mah, sai, sono in imbarazzo. Capisco il momento e la situazione, ma come ti accennai aprire un contenzioso davanti alla Commissione Tributaria ha dei costi vivi. Per me non voglio nulla, Fabio…
Quindi?
Quattromila euro.
Sei un amico, Luigi. Però, di quelli da evitare mentre attraversi la strada.
Si svegliò di soprassalto. Era ancora molto presto, ma non voleva più dormire. Era stata una nottata agitata, piena di sogni angoscianti, fatti di telefonate, presunte offerte imperdibili, avvocati, richieste e offerte di soldi. Andò in cucina, si preparò un caffè, accese il pc. Cercò il file dove aveva appuntato una serie di indirizzi e link, attivò un traduttore, perché molti erano in spagnolo e inglese. Dalla finestra filtravano le prime pallide luci dell’alba. Rimase qualche minuto con la testa tra le mani, appoggiato coi gomiti sul tavolo. Poi, si alzò, preparò stavolta la caffettiera grande, lo bevve di nuovo e ne portò una tazzina a sua moglie, allungato con un po’ di latte, come piaceva a lei.
Emma fu sorpresa da quel gesto insolito. La mattina, ormai, andavano sempre di corsa, si svegliavano stressati e continuavano ad essere stressati per il resto della giornata.
Non era più il tempo di due chiacchiere e le coccole al risveglio. Quel caffè a letto era bello, ma doveva significare qualcosa.
Adesso lui la guardava, in silenzio. Come spesso faceva quando c’era nell’aria qualcosa che nessuno dei due riusciva ad affrontare, lei riparò nella quotidianità. Disse che avrebbe dovuto lasciare il bambino a scuola, ritirare una raccomandata alle poste, andare in ufficio, prendere appuntamento col dentista.
Abbiamo perso di vista le cose veramente importanti. Così affondiamo, io non voglio affondare, io voglio essere leggero
E tu, Fabio? Cosa hai in programma per oggi?
Le Filippine, Emma. O forse il Belize.
Eh?
Clima tropicale, sole, spiagge. E con tre, quattrocento euro al mese si vive bene, con l’essenziale ma senza patemi. Partiamo. Non mi riconosco più, qui, così. Non è la vita che volevamo e che ci eravamo promessi, Emma. Non sorridiamo più, non sogniamo più, non voliamo più. Passo le mie giornate a lavorare e a fare i conti con le scadenze dei pagamenti, le rate, i tagli possibili da fare alle nostre già tagliatissime spese. Abbiamo perso di vista le cose veramente importanti. Così affondiamo, io non voglio affondare, io voglio essere leggero. Voglio sorridere. Non c’è un solo mondo possibile, Emma; c’è una sola vita, invece, quella si.
Aveva parlato d’un fiato, ma con leggerezza, un sorriso appena accennato. Emma lo guardava trasecolata. Non era più così sicura che stesse scherzando