La vita è così bella
Sono al concerto di Damien Rice, buio in sala, centinaia di occhi ed orecchie puntate su un unico, soave suono. Le prime note di Nine Crimes mi scivolano dentro come una carezza, raggiungono un nodo, lo misurano, lo circondano e infine lo sciolgono. Il nodo si disfa e piango come per curarmi. Sono lacrime nuove, leggere, evaporano al solo contatto con le guance. Ho finalmente realizzato che ci sono momenti particolari, intimi, intensi, necessari, in cui la gioia di vivere, l’anima delle cose, il volto colmo di bellezza si manifestano con la stessa prepotenza che ha la tristezza.
Sono su una panchina in ferro battuto, drappeggi dai motivi indiani decorano la terrazza. Assaporo la torta al lime e zucchero di canna mentre saluto un’amica che torna a casa, in Danimarca. Penso al suo Paese, alle storie che mi ha posato in grembo tante volte. Mi sento uno scrigno e gioisco per il pulsare della vita che sento addosso, sulla nuca, sui colori, sulla pelle d’oca.
Al centro esatto della vita, con più domande che risposte. Sento, sento tutto.
Cammino tra i vicoli del mio quartiere. Un quartiere semplice, pieno di pensionati che bevono caffè e leggono il giornale la domenica mattina. Li guardo con interesse: le rughe sono distese, sembrano storie scritte con inchiostro invisibile, mai bronci, mai stonature. Queste anime sono melodie che mi scuotono dentro come il suono della fisarmonica che mi riporta alla mia infanzia. E penso che la vita mi invita a ballare con lei.
Sono le sei di un pomeriggio fresco, l’ombra degli alberi alti mi rassicura e il sole mi bacia le punte dei capelli. Parlo e bevo una limonata. Ascolto la storia di una famiglia turca, le preoccupazioni, le aspirazioni, i suoni di una vita così diversa dalla mia. Storie diverse che convogliano nello stesso punto. Binari che si incrociano senza scontrarsi. Mani che tastano forme, stringono, mollano la presa, sondano.
Sono in un crocevia di vite. Al centro esatto di giorni qualunque, tutti diversi, tutti pulsanti. Sono secondi, consapevolezze che vanno e vengono, ma le sento. Sono nel posto giusto. Al centro esatto della vita, con più domande che risposte. Sento, sento tutto. Gli ingranaggi interiori si rivelano.
La vita è così bella.